giovedì 4 aprile 2013

Corsia Auto-referenziale.

Queste vacanze avrei voluto trascorrerle in solitaria tranquillità, non pensare per un po' al corso da frequentare, lo stress dello stage, una sosta priva di responsabilità e pensieri.
Avrei voluto trascorrere il mio tempo, intere giornate come una volta, leggendo romanzi, perdendomi per un po' in qualche vita fittizia. E invece niente.
Ci sono state serate da organizzare, amici da ritrovare (cose di cui non mi pento, dopotutto, giocare a Tabù dopo aver mangiato pizza una sera e un'altra sera ricevere una cartolina bellissima da un amico appena tornato da una gita a Praga sono eventi che raddrizzano il karma), pranzi coi parenti da preparare, cibi da cucinare, svegliarsi con mia madre che urla e andare a dormire che sta ancora gridando... Sono arrivata al punto che sono più stressata adesso rispetto alla settimana scorsa.
La settimana scorsa mi sentivo impazzire. Significa forse che sono impazzita adesso?

Per evitare che questo post diventi più auto-referenziale di così, descriverò la mia Pasquetta prendendo in prestito alcune citazioni (ho una certa capacità di inventare scuse, pare).

Al primo anno di liceo un prof ci chiese quale autore avessimo appena studiato. La nostra risposta fu Manzoni e lui, serio, ribatté "Ragazzi, ma lo sapete che Manzoni era un grande trombone?".
Sbigottimento generale, condita di qualche risatina mezza isterica. "Ma che avete capito!" rilancia Lui, "Trombone perché aveva la pancia grande!".
No, okay, comincio con le citazioni famose và.

Il vino mi ama e mi seduce fino al punto in cui il suo e il mio spirito si intrattengono in amichevole conversazione. (Hermann Hesse)

Le parole di un ubriaco sono i pensieri di un sobrio. (Steve Fergosi)

Dietro questi magnifici sorrisi ho visto la tragedia. La pelle senza difetti cela i segreti al suo interno, silenziose forze che segretamente infiammano i tuoi peccati. (The Rasmus, Lucifer's Angel, dall'album Hide from the sun)

Confida dunque la tua pena,
questo triste sollievo concediti;
Ah, più che confidarla! Riversa in me
tutto il tuo dolore.
(Alexander Pope, Eloisa ad Abelardo)

E chi vuole capire, capisca.
Bye!

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