lunedì 11 novembre 2019

Dove le cimici vanno a morire.

Nei venti giorni tra settembre e ottobre che ho trascorso in Veneto dal mio fidanzato tre cose mi saranno indelebili nei ricordi: le coccole, i dolori da ciclo che non si sono arresi neanche alle pillole e le cimici.
In quella zona ci sono cimici a bizzeffe e a quanto pare hanno scambiato l'appartamento per un limbo prima della finale dipartita. Ho trovato cadaveri rinsecchiti di cimici ovunque, in particolare sul pavimento del bagno e sul balcone (probabilmente troppo rincoglionite per trovare quel buco enorme sulla zanzariera che avrebbe permesso l'accesso in casa). Le ho viste spesso aggirarsi a mezz'aria, galleggiare come ubriachi alle cinque del mattino dopo una notte di bagordi; le ho viste sbattere contro la finestra della cucina (altra zona top per le bestiole in fin di vita) e ho assistito alla misera e indegna lotta per riconquistare la posizione sulle loro zampette. E mai che ci riuscissero: le ritrovavo dopo ore ancora sdraiati sulla schiena. Una pietà che non vi dico.
Io mi trovavo lì, nel posto dove le cimici vanno a morire, nel nordico fresco autunnale, mentre nella mia città vigeva ancora un certo tepore tale da permettere alla gente di andare a farsi il bagno al mare per poi farmi lievitare l'amaro in bocca mettendo foto sui social.
Insomma, io là con la felpa e gli stivali, loro in acqua col bikini. La mia Maledizione di Fine Estate (MFE) quest'anno si è evoluta. Ebbene sì, ogni anno mi colpisce questa sfiga puntualissima. La genesi risale ai miei primi cicli mestruali: ogni anno, che sia settembre o ottobre, il mio ciclo coincide con l'ultima settimana di caldo della stagione balneare. Alla fine di quei fatidici giorni, il primo giorno utile per farmi una nuotata in mare è un miraggio: quel giorno c'è sempre mal tempo e le temperature andranno sempre più calando fino ad arrivare all'inverno.




Il mio blog si è trasformato in una cimice negli ultimi sei mesi. Il mio ragazzo ad un certo punto ha suggerito di scrivere l'ultimo post per dire addio ma solo ipotizzarlo mi ha messo tristezza. L'ho messo da parte è vero, eppure non riesco ad abbandonarlo del tutto... leggo i blog altrui ogni tanto (mi ci vorrà un po' di tempo per rimettermi in pari), non ho più commentato, sono una lavativa.
Semplicemente, non riesco a decidermi di chiudere, mi sembra sbagliato: ci ho messo così tanto impegno negli anni, mi è stato d'aiuto più di quanto abbiano fatto certe persone in carne ed ossa, mi sono aperta qui come di rado faccio nel mondo reale, qui dentro ci sono io.
Qui sono davvero io. E di questo non posso fare a meno.