martedì 8 gennaio 2013

Vi prego, mettete in pausa la musica. Almeno dieci minuti!

Stamattina sono andata a Palermo, ma anche se non era una gita di piacere (espressione molto opinabile in genere, se applicata ad una città con un' aria che non posso combattere nemmeno imbottita di antistaminici) ma ci ho provato. Se faccio da turista nella mia città non vedo perché non dovrei farlo anche altrove.
Ogni volta che vado lì, resto sempre affascinata dalle solite cose, ad esempio un palazzo dall' aspetto Ottocentesco, con il prospetto color fumo di Londra (molto stile "Oliver Twist", in effetti) e interamente rivestito di rampicanti. E' selvaggio e chic allo stesso tempo.
Per qualche strano motivo fisso sempre questo pub che non ho mai visto aperto; chissà com'è dentro...





 E poi, poteva mancare la brutta figura? Mai. A parte che facevo delle faccette strane ascoltando Feeling good interpretata dai Muse, in pratica in un silenzio quasi tombale sono scoppiata a ridere. Da sola. Di punto in bianco. Perché? Perché ascoltavo Gli alberi, una canzone dei Ministri e c'è questa frase:

Chissà che fine farà la nostra città, chissà che fine farà...

e nel momento esatto di quelle parole, l' autobus passa davanti ad un muro alto circa sei metri con una schiera di immondizia alta almeno cinque e lunga parecchie di più. Bene, porta bene.

Ho notato che al porto hanno anche loro un "monumento" piuttosto contorto come quello di cui ho stra-parlato qua. Non saprei descriverlo, è come un enorme masso di cemento con sopra un paio di catene e un' àncora. Rimango perplessa ma desisto. Anche perché non dovrei commentare proprio io, che ho avuto l' indecenza di camminare per il campus universitario cantando Come as you are dei Nirvana.

Evento un po' slegato (solo un po'?): per il mio compleanno i miei amici mi hanno fatto un paio di regali (a parte la loro presenza, ndr) che potete vedere qui di seguito


Ecco un paio di orecchini ispirati ad Anacleto, il saccente gufo de La spada nella roccia (che ho sempre adorato, ma che lo dico a fà), e uno specchietto con la frase "Oops I forget to be good" che ha due piccole ironie: tendo a dimenticare certe cose e spesso non faccio quello che ci si aspetta da me. Il tutto ritratto sul nuovo divano di mamma, talmente privo di personalità da far stridere i denti.

E con questo tramonto dalla mia città, con un malinconico sottofondo di I miss you, Blink 182, vi saluto, c' ho sonno.




2 commenti:

  1. Non vorrei sfatarti il mito ma credo di essere andata al Murphy :D

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  2. Dopo questa notizia credo che il prossimo viaggio in autobus lo passerò (finalmente) dormendo xD

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Chiedete e vi sarà dato. Forse.