venerdì 8 maggio 2015

Pensieri vari.

Sono stanca.
Non voglio essere quella depressa che fa deprimere gli altri e non voglio essere lamentosa. Ma lo sono.
Disgraziatamente ci sono periodi in cui lo sono.

Mi rendo conto di avere un po' il disturbo bipolare, oppure la ciclotimia. E so che non dovrei diagnosticarmi malattie di nessun genere, soprattutto consultando google e siti dalla dubbia validità psicologica e non uno specialista; i sintomi però ci sono e ho imparato a riconoscerli.
Up and down.
C'è stato un periodo di calma e tranquillità, poi ho trascorso un bel primo maggio con amici vecchi e nuovi (io che socializzo, davvero, sono la prima ad esserne stupita), ho persino flirtato con un ragazzo piuttosto carino e molto interessante (sebbene abbia l'abitudine di chiamare la gente "zio/a", me compresa e questo sia fastidioso). Eh sì, insomma, flirtare con lui è stato piacevole, divertente, appagante, rivitalizzante, entusiasmante, ante, ante... Per alcuni giorni successivi sono stata davvero bene, di buon umore, con voglia di uscire e fare cose, andare all'avventura, di fare la scema con i miei amici per ridere e scherzare tutti insieme, in allegria. Così in allegria che una sera un mio amico mi ha detto "Sembri ubriaca, cazzo c'era nel dolce che hai mangiato?".
Adesso sono sempre di umore nero. Non bevo più il the che tanto mi calmava, non ho voglia di prepararmi per uscire e andare in giro a vedere gente, non ascolto musica, rispondo male a chiunque per qualunque domanda oppure non rispondo affatto (un grugnito non è una risposta), non leggo più, non scrivo da non so quanto tempo. Magari leggo qualche post dai blog che seguo ma li lascio senza lasciare traccia: non mi viene niente da dire, non ho niente da dire. Vado via per come sono arrivata: dall'ombra informe, in un angolo, senza fare rumore.
Non ho voglia di fare niente di niente.
Sono stanca di sentirmi così. Stanca di sentirmi tanto nera. Tanto inadeguata. Tanto fuori posto.

Non sono una psicologa, ma penso che alla fine si riduca tutto a questo: non mi amo abbastanza.
Mi amo il più delle volte, altre volte per niente. Quello che è, non è stato un sentimento nato spontaneamente, l'ho forzato perché sapevo che nessuno lo avrebbe potuto fare al posto mio, nessuno sarebbe mai stato completamente dalla mia parte. Così sto certamente meglio rispetto a, boh che dire, diciamo otto anni fa; però continuo a faticare tanto per cose che la gente da per scontate, proprio perché le fa con naturalezza, senza pensare, d'istinto.
Il mio istinto di socializzazione è pari a zero.

Eppure ci sono state, e alcune ci sono ancora, persone che mi hanno detto che sono una buona/ottima amica. Questo mi fa stare bene, la maggior parte delle volte invece mi confonde, mi fa chiedere sarà vero? Okay, so ascoltare, ho empatia in abbondanza, so dare consigli sensati (mi basta pensare cosa farebbe una persona sana? Cosa non farei io? E boom, un altro buon consiglio dispensato con amore). Ma quando certuni lo dicono lo accompagnano a un sorriso vero, non di quelli finti, preconfezionati, che si capisce quando un sorriso è vero e quando non lo è. Allora mi illudo di non essere poi tanto male, come persona, come amica. E quando penso a queste ultime cose penso sempre ad una canzone dei Rasmus che dice

Just one more life
I'm so sick and tired of singing the blues
I should turn my life around
Tell me why do I feel this way
all my life I've been standing on the borderline
too many bridges burned
too many lies I've heard
[...]
They follow me home, disturbing my sleep
but I'll find a place, place where they cannot find me
Maybe I'm lost and maybe I'm scared
but too many times I've closed the doors behind me
(Time to burn, The Rasmus, album: Dead letters, 2003)

Pure delle persone che con un vero sorriso mi hanno detto di essere una buona amica alla fine se ne sono andate. Sparite, anche senza dire niente. La colpa è anche mia: non riesco ad essere sempre presente, non sono assillante, a volte lo spazio che do è troppo e si scambia per indifferenza. Perché se non è questo, se non è la mia falsa indifferenza ad allontanare tutti, allora cos'è? Non è la vita, in un buco di città come questo. Non vedo gente da mesi pur vivendo a pochi chilometri di distanza.
Poi c'è chi, a diverse regioni di distanza, c'è. La mia G. c'è, anche quando passano mesi senza sentirci, poi ci sentiamo ed è come se quei mesi non ci fossero mai stati, come se fossimo ancora le liceali che andavano a piedi alla stazione dell'autobus. A volte mi sono chiesta come sarebbero state le nostre vite se ci fossimo incontrate alle elementari; saremmo state comunque amiche? Sarebbe stato meglio o peggio? Ma anche qui vige l'abitudine di frequentare la scuola più vicina, almeno fino al pieno dell'adolescenza.
Quindi, se non è l'impressione che sono indifferente, ed escludendo la mancanza del bisogno della mia spalla comprensiva (in tal caso il ponte lo brucio io, buona sì ma fessa no), allora cos'è? A volte la risposta non mi importa, vado avanti come ho sempre fatto, dritta tutta e lacrime in tasca. A volte la risposta mi dico che sono io.
E non sono capace di cambiare il flusso dell'acqua sotto i ponti.

11 commenti:

  1. Spesso le persone spariscono, anche quelle che pensavi non l'avrebbero mai fatto.
    E' così, fa male, ti vengono i dubbi che ci sia qualcosa di sbagliato in te o che forse, se ti fossi comportata in modo diverso, l'amicizia non sarebbe svanita, il legame a unirvi ancora.
    In parte può essere vero, ma come ogni rapporto a due, vi può essere una "colpa" o una scelta che dipende totalmente dall'altra persona e sulla quale (purtroppo, o talora per fortuna) non si ha alcuna influenza.

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    1. Ottime riflessioni!
      Il problema è ricordarsi di crederci anche nei momenti di sconforto generale.

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    2. Mi sono ritrovato nel tuo post in seguito ad amicizie che mai avrei pensato si sarebbero dissolte.
      Per crederci ci credo (credo anche che sia vero, ma non è detto che riesca a consolare ;-))

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    3. Ogni perdita rimane pur sempre una perdita, ma il futuro dipende da come si superano ;)

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  2. Bella la mia Maya, qui hai il manuale dell'indifferenza , dell'abbandono, dell'up and down, della delusione, dell'isolamento, della diffidenza e si, anche del tanto troppo dolore..

    Beh, penso di entrarci pure io in tutto questo baillame, ma la vita ti porta a questi alti e bassi, come le onde , ti diverti finchè non ti travolgono e poi riaffiori.
    Riaffiorerai amica cara , vedrai come tutti, e tornerai con il sorriso, con il piacere , con la voglia..
    ti stringo forte

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  3. Le amicizia a volte finiscono, anche quelle che pensavi che sarebbero durate per sempre, e spesso senza nemmeno sapere perchè, anche io mi ci arrovello. L'unica cosa che ho capito è che non dipende solo da una delle parti ma da entrambe, si cambia, si prendono altre strade, si frequentano altre persone... nsomma, non è sempre solo colpa tua come mi sembri propensa a credere.
    Ti sei proposta di volerti bene, questo è già un buon inizio. Impara ad osservare le cose buone che ci sono in te senza sminuirti, vedrai che ne troverai sicuramente. Se sei una persona così carina anche attraverso un mezzo di comunicazione impersonale come il computer, sono certa che di persona sei ancora meglio. Devi solo crederci.
    Non è facile, ma provaci perchè lo fai per te e non per gli altri.
    Un abbraccio te lo meriti. :)

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  4. @Tutti
    L'alta e la bassa marea continua mi danno il mal di mare, però continuo a nuotare, a tentare (più o meno) di restare a galla. Non mi aspettavo così tanta comprensione, mi fa stare meglio sapere che esistono ancora persone con un gran bel cuore :)
    Grazie per le vostre parole, un super-abbraccio a tutti!

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  5. Già. Non puoi mai sapere quanto un'amicizia possa durare. Spesso è colpa delle relazioni: quando subentra un partner, l'amico tende non solo a concederti (come naturale) meno tempo, ma anche ad assumere pregi e difetti dell'altro/a.
    Un sorriso per il fine settimana.
    ^___^

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    1. Questa è una delle cose che più amo e più odio delle "cose umane": non c'è niente di sicuro e matematico.
      Sorridiamoci :)

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  6. Time to burn o forse siamo troppo attratti dalle fiamme per annullare il nostro cono d'ombra. Pensieri di sabbia e di ferro che assediano la mente, sentirsi pronti ed imperituri per mille battaglie quotidiane e poi lasciarsi affondare da un forse, siamo fragili, siamo credenti e non credibili ma la tara peggiore è sottovalutarsi: peyton era abbastanza sfortunata/sfigata con le relazioni verso il genere umano ma non c'è una ragione per ingoiare le bugie ascoltate, bisogna solo tornare e risalire, serrare le spalle e alzare la testa, riascoltarsi sorridere e gettare un sasso in quel fiume per indovinarne i rimbalzi, per increspare un riflesso .. buona fortuna

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    1. Peyton era la sfiga in persona, ma alla fine ce l'ha fatta.
      Si va avanti! Buona fortuna anche a te

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