Sorvolando sulla differenza di linguaggio, mi farei volentieri una chiacchierata con:
- Nietzsche: quante domande gli farei, quante curiosità vorrei soddisfare! Discorrere sulla vita, sul nichilismo, su come guardava in faccia il mondo attraverso questa sua ideologia, come è arrivato a queste conclusioni (e se si aiutava con qualche sostanza), parlare di leggerezze e di persone.
- Kathleen E. Woodiwiss: non so se possa essere considerata una "persona dal passato", è passata oltre nel 2007, mi pare relativamente poco... Comunque sarebbe un piacere poterle parlare. Raccontarle quanto ha significato per me quindicenne leggere le sue parole, cosa vedevo oltre alle parole d'inchiostro, oltre i nomi e i fatti. Chiederle se ha rimpianti, se avesse altre storie per la testa (e quali fossero). Le chiederei se credeva nell'amicizia, perché ha sempre scritto storie d'amore (quasi sempre contorte, irrazionali, improbabili), ma nessuna amicizia mi è rimasta particolarmente impressa, impallidivano tutte di fronte all'amore; mi chiedo se ci credesse, nell'amicizia, perché non ne ha mai parlato se non come cornice. Avrei bisogno di un quadro dipinto con le sue parole. Avrei bisogno di sognare cose piacevoli.
- Stendhal: beh, in teoria io con lui ci ho già parlato... quando ho visitato la sua tomba a Montmartre. Ho detto quello che volevo dire in faccia alla lapide marmorea con il suo volto scolpito di profilo. Ma avere una conversazione con lui sarebbe, in termini profani, una figata assoluta. Due polemici che conversano davanti ad un cappuccino (ovviamente disquisendo dei pregi e dei difetti della bevanda prima di dedicarsi alle cose serie). Sapere di più sulla società in cui viveva lui e quali romanzi avrebbe scritto se fosse vissuto negli anni '90/2000.
Ah, belle cose!
Tipi tosti, eh!
RispondiEliminaLo credo anch'io :)
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