Sarà che è tornato il freddo (e/o non ho nulla da fare), sarà che quando piove così, a gocce piccole, fitte e silenziose, l' aria prende quell' odore di terra umida che fa sempre tanta malinconia... E questa malinconia, stranamente, non mi infastidisce come altri milioni di cose; anzi, viaggio sui viali di vecchi ricordi:
- il gelato all' amarena, pralinato, che mi comprava sempre mio papà. E che è ancora il mio preferito.
- la macedonia di un primo maggio con gli amici di quel periodo, dove qualcuno ebbe la meravigliosa idea di NON diluire il rum puro (quello per la preparazione dei dolci, per intendere). E nessuno beveva alcolici, allora.
- uno del gruppo che, dopo la sopracitata macedonia, rimase per un' ora seduto sul divano con l' aria assente.
- una partita di calcio, finita quando uno tirò un calcio alla palla e colpì in faccia la sua fidanzata.
- io e mio fratello che smettevamo di litigare per guardare Solletico in tv. O I cavalieri dello zodiaco.
- l' odore rilassante (??) dell' attuale mercatino dell' usato.
- Mica, l' unico gatto di mia nonna che si faceva accarezzare da me e dai miei cugini. Che poi dove lo abbiamo preso quel nome proprio non lo so.
- le scorribande da bambini con i miei cugini nelle case abbandonate, vicino alla casa della nonna.
- gli orribili, scomodissimi, orripilanti costumi di carnevale che mi faceva mettere mia madre. Tipo questo QUI. Odiavo tutti quei merletti, i cerchi di plastica (che mi lasciavano i segni) per tenere chilometri di tulle in aria, così che ogni due passi urtassi qualcuno/qualcosa e andare in bagno da sola era una chimera, praticamente impossibile anche da immaginare; li odiavo talmente tanto che un anno preferii vestirmi da Lady Oscar piuttosto che avvicinarmi ad un altro vestito del Settecento. Figuraccia del racconto a parte, fu una delle mie prime vittorie.
- il profumo francese della pro-zia Gina. Nonostante siano tanti anni che non lo sento...
- la poesia che, a sette anni, scrissi a papà per il suo compleanno, che riguardava soprattutto il suo perenne doccia schiuma al pino silvestre e metafore tipo "sei forte come Maciste". Mica pizza e fichi!
- le mie bici, tutte rigorosamente PRIVE di freni. E scarpe con la suola consumata.
- quando la mia più grande preoccupazione era non cadere dalla bici, perché il giorno prima mi ero già sbucciata le ginocchia.
- quella volta che, pochi mesi fa, la mia auto decise di lasciare a piedi me e la mia amica, in mezzo al nulla, di notte, in pieno inverno. E a risolvere il problema furono i vigili del fuoco. Ah, e uno mi prestò la sua giacca. Eeehh, i vigili del fuoco... *si riprende, tossisce* Volevo dire che i vigili del fuoco sono i migliori.
- una volta trovai in casa un paio di cuffie, ENTRAMBE FUNZIONANTI; ancora oggi grido al miracolo. E comunque non sono durate più di due settimane... come le altre, del resto.
Beh, mi fermo qui prima di dare alle fiamme anche l' ultimo brandello di dignità; il progetto di cui parlavo nel post precedente l' ho perso...
BENE! E' tempo di filarsela, e chi si è visto si è visto.
sei un grande
RispondiEliminaGrazie... non per essere pignola, ma sono "una" e non "un" ;)
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