Una prestigiosa università di Cambridge piena di viziati figli di papà, mezzi hippies e belle ragazze, questo il quadro generale. Niente fuori dall'ordinario. Tre cadaveri di ragazze uccise con metodi diversi ma sempre molto violenti; accanto all'ultima vittima trovano Olivia (amica della vittima) in stato catatonico insieme al fidanzato, il quale sostiene di voler rimettere le viscere della vittima al loro posto. Sembra l'inizio di un qualsiasi film horror, con l'aggiunta di uno psicologo, tale Matthew Danison (a mio avviso un dilettante), che aiuta l'amico investigatore nelle indagini e che con le sue sedute con Olivia cerca di capire come si siano svolti i fatti. Olivia, inoltre, pare abbia subito atroci abusi durante l'infanzia e abbia in seguito sviluppato un disturbo dissociativo della personalità (in parole volgari, personalità multipla). Ci stava come il prezzemolo, và.
Mi piace la copertina che, insieme al prezzo scontato, è stato motivo di acquisto. |
Queste caratteristiche banali all'inizio me l'hanno reso un pò ostile, ma dentro ci sono tante belle cosette: i personaggi sono ben definiti, ognuno ha una propria personalità e i propri tratti caratteriali (la Newman ha studiato criminologia e psicologia e lavora per una università inglese di cui non ricordo il nome), però mancano in qualche modo di concretezza. Ci dice come si vestono, come si muovono, come parlano, come si comportano di solito, ma qualcosa sfugge sempre, lascia certe zone d'ombra che non danno completa credibilità. Il linguaggio è diretto, fluido, di facile comprensione, i vari flashback sono per lo più introdotti male ma non a caso, il ritmo si alterna tra il serratissimo avvincente e il sonnolento; certe volte viene voglia di saltare qualche rigo, altre volte non ci si può staccare. La storia di per sé è abbastanza intricata, con particolari che arricchiscono il quadro della personalità di un personaggio e la narrazione stessa. Per essere un romanzo di esordio è ben fatto, ma a mio avviso ha qualche pecca. Innanzi tutto i cadaveri: la prima vittima è stata accoltellata ripetutamente e decapitata, alla seconda vittima hanno massacrato il viso contro un albero, la terza sventrata, ognuna descritta in pochissime righe. Fosse stata narrativa andava più che bene, tuttavia presumo che un thriller dovrebbe portare angoscia, qualche brivido di paura, invece qui ogni conflitto è preso da lontano, con molta morigerazione e cautela. Forse un tocco in più di splatter avrebbe reso meglio l'idea della violenza e del sadismo, così non ci sarebbe stato bisogno di convocare l'onnipresente psichiatra per fargli dichiarare che l'assassino è evidentemente un sadico. Beh, questo lo dici tu, se permetti, io ne posso anche dubitare perché non l'ho visto, non me lo hai fatto immaginare, non mi sono immedesimata in nessuno. Le indagini poi vanno molto a rilento, quasi non volessero sporcarsi le mani, i sospetti sono fiacchi come se li avessero scelti perché non c'era nessun'altra opzione e non ho mai pensato "Sì, è colpevole". Si sospetta di tutti e di nessuno (personalmente non ho avuto nessun sospetto su Nick, il fidanzato di Olivia nonché il primo dei sospettati e dei sospettabili). Altra pecca, secondo me la più grave, è la mancanza dell'uso delle prove: la terza vittima presenta segni di difesa, perché a nessuno viene in mente di controllare eventuali tracce del killer sotto le unghie della vittima? Perché non controllate eventuali residui epidermici sulle nocche della vittima? CSI non vi ha insegnato nulla?
Il finale è inaspettato, non è scontato e non è azzardato; tutto fila liscio e si conclude con l'ennesimo capovolgimento che lascia un pò di amaro, un finale "rubato". Per motivi strettamente personali non l'ho gradito, mi piace lo stravolgimento degli eventi ma invece di lasciare un finale aperto avrei preferito una conclusione più decisa. Non è un libro da buttare, anzi è una buona lettura.
A mio personale gusto, ho adorato L' uomo di neve del giornalista e musicista norvegese Jo Nesbø. Non ero così entusiasta di un libro dalla conclusione della trilogia Millennium di Stieg Larsson.
Donne che sono mogli e madri scompaiono senza lasciare traccia quando a Oslo cade la prima neve dell'inverno, in seguito vengono trovate morte, poco distante un pupazzo di neve. Mai un gioco infantile e innocente assume connotazioni tanto inquietanti (fatta eccezione per Chuck, la bambola assassina). Dietro le atroci violenze e mutilazioni subìte dalle vittime si nasconde un serial killer metodico, intelligente, sfuggente. Ogni personaggio è ben delineato fino ad assumere un'aspetto molto umano; persino il protagonista, l'ispettore Harry Hole, non è il cliché del supereroe senza macchia e senza paura. Piuttosto stiamo parlando di un uomo, in costante lotta con se stesso per non cedere al vizio di bere o al dolore del distacco (scontri nei quali non sempre ne esce vincitore). Difatti l'unica donna che abbia mai amato e il figlio di lei, Rakel e Oleg, andranno a convivere con Mathias, un medico affermato. La trama è intricata, complessa, gli indizi sono sparsi con metodo, così anche il lettore può lanciarsi alla ricerca del killer collegando i fatti e i vari particolari. Un libro ricco di colpi di scena, di sospetti vaghi e azzardati che vanno confermandosi per poi, infine, essere del tutto smantellati; niente è lasciato al caso, pathos a mille e suspense quasi costante. Nonostante sia più oggettivo di molti altri colleghi scandinavi, non rinuncia ogni tanto a qualche tratto poetico e malinconico che "fa atmosfera". Il tutto fa di questo romanzo un libro da non perdere! Sono certa che in futuro ne leggerò altri.
In conclusione, indice di gradimento personale:
Il college delle brave ragazze: 4-
L' uomo di neve: 5
Mission compiuta, goodbye! :)
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