Non è che qui si fanno solo pseudo-recensioni di libri, ma si vede che ultimamente sono annoiata dal mio solito sarcasmo; per di più, scriverò soltanto dei libri che mi hanno colpita. E questo mi ha colpita e affondata (e a battaglia navale nessuno scherzo vale) già con le prime pagine. Ammetto che il mio desiderio di leggere questo romanzo e non quell' altro deriva dal fatto che l' autrice è svedese e che ha una bella copertina.
Dalla Svezia con furore, immaginavo un thriller sanguinosissimo e non mi sono soffermata a leggerne la trama, non ho nemmeno fatto caso alla scritta sulla copertina "Stoccolma, 1880. Una storia d' amore". In fin dei conti sono grata di questo errore, perchè probabilmente non l' avrei inserito nella mia lista e invece è un romanzo che vale la pena leggere. Un romanzo rosa poco mieloso e spesso amaro, pieno di bugie, equivoci, fraintendimenti, presunti tradimenti e ricatti, violenze, sadici; mai scontato, bensì intenso e ricco di colpi di scena inattesi. Questo romanzo mi ha tenuta incollata a sè per giorni, per molti versi è angosciante, ma si sa, ogni romanzo rosa che si rispetti ha il lieto fine. Tuttavia lo stile non è per nulla Harmony, al contrario. In tempi sospetti (tra i 14 e 17 anni) i libri che leggevo erano i romance storici trovati nella biblioteca di mia madre e senza il minimo dubbio i migliori erano e sono quelli della scrittrice americana Kathleen E. Woodiwiss. Ho trovato molte somiglianze tra la Woodiwiss e la svedese Ahrnstedt, e questo è certamente un complimento molto grande!
Chi l' avrebbe mai detto, anche gli svedesi hanno il cuore tenero.
E in fondo questo libro dimostra che ce l' ho anche io, lo ammetto. Più volte mi sono ritrovata a pensare "Mò basta! Un' altra sfiga no! Dà pace a sti poveri due!"
Voto personale da uno a cinque: 5
Påverkar!
Voto personale da uno a cinque: 5
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Chiedete e vi sarà dato. Forse.