Tutto quello che ho guadagnato in vita mia nelle relazioni sociali è la schiena piena di coltelli che un fachiro scansìate, levate proprio. Sono comunque in piedi, malconcia magari, ma sopravvissuta. Non è eroico, è il minimo, è pelle dura e deformata. Tante volte mi hanno ferita, eppure ogni volta azzero i conti e ricomincio, altrove con altre persone ma non perdo coraggio: ci resto male per un tempo indefinito a seconda dei casi, incasso ed elaboro, e poi vado avanti, è solo un altro inizio. Le cose finiscono, si sa.
Con tutte le volte che le "cose" sono andate a male, e in così tanti modi diversi, io sono sempre la cogliona che ci casca. Vengo ferita e non mostro niente, neanche fastidio, recito così bene la parte della dura che nessuno ha mai scoperto la mia copertura. Poco dopo la ferita si cosparge di giustificazioni, tutte le possibili spiegazioni per il comportamento altrui (non ha riflettuto, sapeva come avrei reagito, si ricorda di quando, ect) e questo è il primo passo verso la fine: mi allontano, un po' per sfida, un po' per vedere se quella distanza aumenta o viene recuperata. Beh, nel 98% dei miei casi la distanza aumenta, non importa se l'altra parte non ha percepito il mio disagio, la mia ferita, il mio patetico istinto a indietreggiare per mettere alla prova le azioni altrui. Quindi a questo punto è la fine.
Basta. Chiuso. Incassare ed elaborare. Iniziare di nuovo.
Certi circoli viziosi proprio non riesco a spezzarli. Come quando faccio un progetto, ci metto tutta me stessa, magari riesco anche a metterlo in pratica e a ottenere tutto o qualcosa (che già è meglio di niente, no?) però poi sento la sua voce. Sento la voce di mia madre dentro la testa che dice Sì, però...
Sì, però... quante volte l'ho sentita dirmelo.
"Mamma, ho preso sette nel compito in classe di matematica! Mica male dopo tanti quattro"
"Sì, però se studiavi di più prendevi otto"
"Mamma, non sono arrivata in ritardo al lavoro stamattina"
"Sì, però se ti partivi prima non avresti avuto questo problema"
"Caspita, ho fatto amicizia oggi! Potrebbe essere un miracolo"
"Sì, però potevi trovarti un fidanzato"
E questo per i miei risultati positivi, per i negativi non nascondo di meritare almeno biasimo. Le prediche no, quelle mi stanno sul cazzo.
Per questo mi sento l'avvocato delle cause perse: non faccio mai le cose giuste, non faccio mai abbastanza, mi trincero nelle mie decisioni per pessime che siano, do seconde chance a chi nemmeno sa di doverne avere una. Ecco, quest'ultima inizia a pesarmi.
Perché cazzo devo essere sempre io quella comprensiva e che giustifica? Al diavolo, ora me ne sbatto i coglioni! Farò quel cazzo che mi pare, continuerò a imprecare ogni volta che mi aggrada, riprenderò a vestirmi barbone-style, vaffanculo i vestiti da signorina, solo quello che voglio!
Esempio di barbone-style, look giorno sobrio. |
E chi non è d'accordo HASTA LA VISTA!
Maya sul piede di guerra, Se la gente mi infastidisce si litiga, l'altra guancia me l'hanno scartavetrata.
L'acqua mi vagna e u vento m'asciuga, il saggio proverbio siciliano riguardo il lasciarsi scorrere le cose addosso senza lasciarsi toccare. L'acqua mi bagna e il vento mi asciuga, sono qui e niente mi tocca, niente mi smuove, resto calma, come le cose avvengono così passano.
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PS: avevo dimenticato di aggiungere una canzone, la inserisco adesso.
"La verità è riprovevole poiché fa la gioia del colpevole ed io che la volevo incantevole come pioggia cado dalle nuvole"