sabato 1 dicembre 2012

Fritto misto flambé

Non sapevo che editori di reali case editrici pubblicassero fanfiction, per quanto fantasiose esse siano... Eppure "Orgoglio e pregiudizio e zombie", remake (manco a dirlo) americano del famigerato romanzo di Jane Austen da parte di un certo Seth Graham-Smith, non mi è dispiaciuto. Ironico e piacevole come l' originale, fedele nella cronologia e nella psicologia dei personaggi, con qualche tocco sanguinoso e qualche battaglia che, lontani dall' inorridire il lettore (o quanto meno, me), si presentano come un' interessante parte di arricchimento della trama (per quanto riguarda la parte fantasy del racconto più recente). Certi tratti però sono troppo eccessivi (come Charlotte che sbaglia la locazione del bagno), alcuni fino ad essere ridicoli (la vittoria di Elizabeth sul terzo ninja di Lady Catherine). Il risultato è che il testo è molto più "leggero" dell' originale, avendo perso alcuni punti cardini dei temi principali.
Non sto nemmeno a dire quanto mi è piaciuto Orgoglio e pregiudizio, quindi per una volta faccio una cosa intelligente e non dico altro a riguardo. Non chiedo nemmeno di tacere, tanto se dite ai miei amici che ho perso occasione di fare polemica non vi crederanno. Mai.


Però vi lascio una citazione, nella quale ho avuto il sospetto che, invece di parlare di Darcy e Bingley, parlassero di me e di una mia cara amica:

"Tra lui (Bingley) e Darcy vi era, nonostante la grande diversità dei loro caratteri, una saldissima amicizia. A renderlo caro a Darcy, Bingley aveva un temperamento disteso, aperto e malleabile, benché non si potesse immaginare un contrasto più evidente col carattere dell' altro, carattere di cui d'altra parte lo stesso Darcy non sembrava affatto scontento. [...] (Darcy) Era un miscuglio di alterigia, scontrosità ed intolleranza, e i suoi modi, benché rivelassero una buona educazione, non erano concilianti. Sotto questo aspetto l' amico era molto favorito. Ovunque si trovasse, Bingley era sicuro di piacere; Darcy invece non faceva altro che provocare."


Avendo momentaneamente una fissa per il romanzo di cui sopra e una fissa duratura per i film degli anni novanta, ho guardato l' intera mini-serie del 1995 su Orgoglio e pregiudizio. Per intenderci rapidamente, è quello con Colin Firth nei panni di Mr Darcy. Magnifico, lui, dall' interpretazione al semplice atteggiamento.


Da quando, per un motivo di cui ignoro totalmente l' origine e lo svilupparsi, la noia di un pomeriggio mi ha portata su facebook e in particolare a mandare una richiesta di amicizia ad un tizio semi-sconosciuto con cui ho malamente limonato un giorno alcolico, beh... da quel giorno oggetti più o meno pesanti non fanno altro che scivolarmi dalle mani e puntualmente mi cadono sull' alluce. Adesso so che la sfiga non è nera, è viola. Come il livido sul mio alluce.


Sono ancora destabilizzata dalla figlia di mia cugina che, con tutta la bontà, l' ingenuità e la curiosità della sua giovanissima età (ricordate? Memoria per i numeri: zero), mi ha chiesto delicatamente "Cosa sono quei punti rossi sulla tua faccia?". Ecco, io già lotto contro i brufoli da quando avevo tredici anni, adesso ne ho ventuno e ancora non sloggiano, scusatemi se dopo una breve spiegazione sulla loro ragion d' essere, ho voluto spaventarla con un gentilissimo "Non è niente, quando sarai grande verranno anche a te! Poi passano". Il quando non mi è ancora chiaro. Ma che nessuno mi venga a dire che dico menzogne.

Insomma, mi sento tanto così:


E poi scopri per caso che i The Rasmus (di cui ho ascoltato l' intera discografia su youtube anni fa, più e più volte) nel 2012 hanno pubblicato un nuovo album e che, in un totale di dieci canzoni, te ne piace appena una... Di sicuro mi sono persa qualcosa!
E però dove sono quegli assoli di chitarra che mi piacevano tanto? Quelle parti strumentali entusiasmanti tipo l' inizio di First day of my life o di The Fight? Dove sono i testi di Dead Letters, quando in ogni singola canzone trovavi rabbia, tristezza, malinconia, speranza, poesia, morte e rinascita, toni allegri e tracce di acidità, quando si capiva cosa voleva dire anche senza sapere cosa dicesse a parole?
Stop, mi fermo. Prendo in prestito una loro vecchia frase: "You got it wrong now, 'cos I don't give a fuck", io continuerò ad ascoltare quel passato che mi piace ancora.

The Rasmus, You got it wrong (Black roses, 2008)

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti liberi, purché ci si ricordi che siamo esseri umani e non bestie.
Chiedete e vi sarà dato. Forse.