lunedì 23 novembre 2015

Coming home.

Sono sparita dalla blogosfera senza fiatare, eppure sono mancata per intere settimane... Ne ho di cose da recuperare, qui e non solo.
Per la laurea della mia migliore amica sono andata a Parma per una settimana, ho vissuto con lei e di riflesso ho vissuto tutta l'ansia, il nervosismo, l'adrenalina, persino l'angoscia dovuti a questo importante traguardo della sua vita. Mi sono ritrovata così piena di orgoglio di lei che sono rimasta per giorni in attonito silenzio, incapace di esprimere la misura del mio affetto e l'entità di quell'orgoglio. Ma lei è la mia migliore amica e persino in un periodo così pieno di cose enormi lei mi ha visto. Lei non si limita a guardarmi, lei mi VEDE. Mi vede e capisce quello che vorrei dire e non so come fare, intuisce quello che sento, io la guardo e so con certezza che lei lo sa, che ha capito. Riesce sempre a cogliere quello che c'è dietro i miei modi alquanto rudi, a volte burberi. E per l'ennesima volta ha saputo cogliere qualche piccolo indizio dal mio comportamento, svelarlo e discernere correttamente il momento della consolazione e il momento della predica. Se mi fermo a pensare, credo sia l'unica persona capace di farmi una predica senza che io reagisca con polemica o con azioni bellicose.
Lei è mia sorella. Famiglia diversa, sangue diverso, ma sono davvero determinanti queste cose prese così, come semplici etichette? Non è tutto quello che si crea dietro l'etichetta ad essere davvero importante?
Quando una sera mi ha detto "Se scopro che hai bisogno di qualcosa e non mi hai detto niente mi incazzo. Tu sei qui perché IO ti ho fortemente voluta qui. Tu sei di famiglia" c'è mancato poco, davvero poco, per sciogliermi in lacrime.

Quindi il rientro a casa non è stato semplice, dopo settimane non sono ancora con i piedi per terra.
Lei se la cava, devo cavarmela anche io.
Riprendo la mia vita, devo almeno tentare... iniziando magari da qualche foto, dal recuperare qualche post arretrato qui e là e organizzare uscite.

Non so come hanno fatto le mie Converse tarocche a restar bianche per tutta la trasferta. Anche se ho pestato montagne di foglie secche e umide.
Parco della Cittadella. Meraviglioso.        
Uno scorcio di città. Quant'è bello andare in giro in bici senza rischiare la vita!
Parco Ducale, anche questo bellissimo. La nebbia lo rende nostalgico ma non tetro, solo tranquillo.
Laghetto al Parco Ducale con tanto di paperelle e pescetti da 15 kg cadauno.

6 commenti:

  1. I parchi cittadini in autunno hanno quella certa atmosfera malinconica che li rende affascinanti.

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    1. Concordo. Tranne il mio, che sembra il set di un film dell'orrore

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  2. Foto meravigliose che rendono tutto il tuo mood mia cara e questa tua sorella -amica, tutto insomma perchè è la fortuna più grande avere una persona che ti esplora senza fiatare e ti capisce n tutti i momenti della tua vita. Una pietra preziosissima da non perdere mai! Bacio gelato( dal freddo!!!)

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    1. Grazie bella! So di essere fortunata ad averla nella mia vita...
      Un abbraccio caldo (per la coperta di pile!) :D

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  3. Ricordo che a Milano c'era pure un conta biciclette... nel senso che sul vialetto per le bici, c'era sto cosa enorme che segnalava quante bici passavano. Una figata! :)
    Qua invece oltre ad essere pochi i ciclisti sono pure spericolati. Sono in sei e mica caminmano in fila indiana.. no. Camminano in orizzontali. Pazzi suicidi.

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    1. Tutto un altro mondo! Già voler andare in bici qua, praticamente in mezzo alla strada, è da pazzi, figuriamoci andare in orizzontale o.O

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