martedì 14 luglio 2015

Grandi speranze.

Avevo detto che ne avrei parlato, perciò lo faccio. Mi è piaciuto questo libro e ancora di più il modo di raccontare fatti e sentimenti di Charles Dickens: ha una sensibilità, una delicatezza e un candore unici, conditi da sprazzi di ironia e di senso d'avventura.


Non è un libro "da ombrellone", ma sotto un albero di limone si legge che è una meraviglia, per lo meno nei primi giorni di giugno.

Si segue la storia di Pip da quando è un bambino di circa sei, sette anni, orfano di entrambi i genitori e cresciuto dai signori Gargey, ossia un cognato buono e gentile e la sorella dispotica, la quale si vanta (ed è vantata da tutto il paese) di averlo "tirato su con le mani" (cioè con metodi violenti e punizioni severe). Il ragazzino è circondato da compaesani che sono veri e propri personaggi: c'è il pomposo, orgoglioso e "ballunàro" (che in siciliano riassume in termini dispreggiativi una persona che racconta solo balle) zio Mr. Pumblechook, che solo la signora Gargery chiama "zio" nonostante fosse zio del marito (suppongo una scelta per sottolineare le personalità asfissianti e opprimenti dei due), il sacrestano Mr. Wopsle la cui passione per il melodramma e i discorsi pomposi porta a Londra per tentare la carriera di attore, una ragazzina di nome Biddy che insegna a scuola ma in particolare a Pip, l'impiegato Orlick (che si riferisce sempre a se stesso come "il vecchio Orlick" nonostante sia un ragazzo), che è villano e rude.
La vita di Pip ha una brusca piega quando, al cimitero per una visita alle tombe di famiglia, viene intercettato da un galeotto fuggiasco che lo spaventa con delle storie tanto da convincerlo a sfidare la sorte (e la furia di Solletico, ossia un pezzo di canna ricoperto di spago che la sorella impugna come dispensatore di disciplina) e portargli del cibo e una lima per liberarsi delle catene. Anche se il malvivente viene ripreso insieme ad un altro fuggiasco già il giorno seguente, per molto tempo Pip ripensa alla paura che tutto quell'episodio gli ha fatto provare.
Un altro episodio importante è l'incontro con una ricca e grottesca signora che per svago cerca un ragazzino da guardar giocare: Miss Havisham vive in una grande, lussuosa ma decrepita casa che non vede un cambiamento o un raggio di sole da decenni, quando l'uomo che amava la abbandonò con una lettera il giorno delle nozze. I suoi modi eccentrici, che in realtà sono frutto di un trauma terribile per la povera donna, si concentrano in molti punti: veste dal giorno del suo mancato matrimonio il suo abito nuziale ormai ingiallito e spezzato dal tempo, nella sala da pranzo c'è ancora il tavolo imbandito per il pranzo nuziale (con tanto di cibo e torta nuziale ammuffiti e infestati da animali) e tutti gli orologi della casa sono fermi all'ora in cui le spezzarono il cuore. La sua follia di dolore si esprime anche nell'aver adottato una bambina, Estella, con lo scopo di far soffrire tutti gli uomini che l'avessero incontrata e che la sua bellezza avrebbe fatto innamorare. Attraverso Estella la donna cerca vendetta verso il genere umano maschile. Anche Pip si innamora subito e perdutamente di lei e sarà per lei che cercherà di migliorarsi, sebbene ferito ripetutamente dalle battute crudeli della ragazza, dai modi altezzosi, freddi, manipolatori e incostanti.
Miss Havisham è circondata da parenti curiosi che sono interessati soltanto ai suoi soldi e sono descritti con una leggera ironia, al tempo stesso descrittivi e allusori, seri e beffardi.
Ma la vita di Pip cambia radicalmente quando riceve la visita di un avvocato, Mr. Jaggers, che lo informa di essere diventato erede di grandi speranze (cioè molto denaro), che non avrebbe avuto dettagli su chi fosse il benefattore, quando si sarebbe rivelato e a quanto ammontava la cifra totale. Le condizioni sono che avrebbe dovuto dire addio al paese, trasferirsi a Londra e non cambiare nome. Pip, intravedendo la possibilità di poter diventare all'altezza di Estella, accetta tutto e parte.
A Londra incontra Mr. Pocket, cugino di miss Havisham che l'aveva messa in guardia sulle intenzioni dell'uomo che stava per sposare ma non era stato creduto, e la famiglia di lui, composta dal figlio maggiore Herbert che diventerà coinquilino e caro amico di Pip, una moglie dedita solo a questioni di discendenza e di titoli, una schiera di marmocchi seguiti da due bambinaie poco attente e un paio di ragazzi che, come Pip, sono istruiti da mr. Pocket.
Non aggiungo molti altri dettagli sulla trama, solo che il ragazzino buono che voleva diventare fabbro come il cognato lascia il posto ad un giovane adulto incapace di eseguire un progetto da inizio a fine, dedito all'accumulare debiti e fare vita mondana, tra teatro, attività di accompagnatore per Estella, visite a Wemmick (il segretario dell'avvocato, che ha costruito una casa dall'aspetto di castello, dove cambia personalità e accudisce il vecchio padre mezzo sordo). Ma la sua vita subirà altre brusche svolte, che pian piano faranno uscire il suo animo dalla morsa dell'egoismo.
Lascio qualche citazione e qualche altro appunto personale.

[pag.76, un discorso quasi pedagogico a seguito di una umiliazione inflitta da Estella]
Nel piccolo mondo in cui i bambini vivono la loro esistenza, chiunque li allevi, non c'è nulla che venga percepito più acutamente dell'ingiustizia. Può darsi che sia solo una piccola ingiustizia quella che il bambino si trova a subire; ma il bambino è piccolo, e il suo mondo è piccolo, e il suo cavallino a dondolo è tante spanne più alto di lui quanto, in proporzione, un cavallo irlandese dalla grossa ossatura. Io, dentro di me, avevo sostenuto un perpetuo conflitto contro l'ingiustizia fin dalla prima infanzia. Da quando avevo cominciato a parlare, avevo capito che mia sorella, nella sua coercizione capricciosa e violenta, era ingiusta con me. Avevo nutrito la profonda convinzione che il fatto che mi tirasse su con le mani non le dava il diritto di tirarmi su a strattoni. Attraverso tutte le mie punizioni, umiliazioni, digiuni, veglie e altri simili atti di penitenza, avevo sempre nutrito questa certezza; e al mio rifugiarmi così spesso in lei, solo e senza protezione, attribuisco in gran parte la mia timidezza e la mia grande sensibilità.
Mi liberai temporaneamente dei miei sentimenti feriti, calciandoli contro il muro della fabbrica di birra e strappandomeli dai capelli a forza di torcerli, poi mi passai la manica sulla faccia e uscii da dietro il cancello.


[pag.112]
(...) tutto il merito di quello che sto per aggiungere è di Joe (il cognato). Non perché io fossi fedele, ma perché Joe fu fedele, non scappai per diventare un soldato o un marinaio. Non perché io avessi un forte senso delle virtù del lavoro, ma perché Joe aveva un forte senso delle virtù del lavoro, lavorai con tollerabile zelo, sia pur se controvoglia. Non è possibile sapere fin dove arrivi, nel mondo, l'influenza di un uomo dolce, onesto, dedito al dovere; ma è possibile sapere come abbia influenzato ciascuno di noi lungo il cammino, e io so perfettamente che quanto di buono ci fu, nel mio periodo di tirocinio, dipese da Joe, semplice e soddisfatto, e non da me, insoddisfatto, avido e irrequieto.
Cosa volessi, chi lo sa? Come posso dirlo IO, quando non l'ho mai saputo? Quello che temevo era che, in un'ora sventurata, in un momento in cui avevo un aspetto più che mai sudicio e rozzo, mi trovassi ad alzare lo sguardo e a vedere Estella che mi fissava da una delle finestre della fucina. Ero ossessionato dalla paura che, prima o poi, ella mi sorprendesse con le mani e il volto neri, intento alla parte più triviale del mio lavoro, ed esultasse trionfante e mi disprezzasse. (...) il luogo e il pasto avevano un'aria più umile che mai e, più che mai, nel mio cuore ingrato, mi vergognavo della mia casa.


[pag.240, Estella si confida con Pip riguardo la sua infanzia con Miss Havisham, circondata dai parenti che mirano ai soldi della donna; una parentesi di sincerità e tenerezza molto rari in Estella]
Nemmeno per te è facile- disse Estella -capire la soddisfazione che mi dà vedere quella gente frustrata nei suoi tentativi, o il piacevole senso del ridicolo che provo a vederli cadere nel ridicolo. Perché tu non sei cresciuto fin da piccolo in quella strana casa. Io sì. Tu non hai dovuto aguzzare il tuo piccolo ingegno per via dei loro intrighi contro di te, oppresso e indifeso, mascherati dietro la finzione della simpatia e della compassione e di quant'altro c'è di dolce e consolante. Io sì. Tu non hai spalancato a poco a poco i tuoi occhi rotondi di bambino alla scoperta di una donna tanto ingannatrice da calcolare le sue riserve di pace mentale, per quando si sveglia di notte. Io sì.


[pag.360, Pip aveva usato una parte del suo denaro per trovare un socio e un'attività al suo migliore amico Herbert Pocket; quando capisce di stare per perdere tutti i soldi per motivi che non posso dire, va da Miss Havisham a chiedere il denaro sufficiente per completare l'attività commerciale dell'amico, generando un dialogo davvero commovente tra i due. Herbert non sa niente dell'aiuto di Pip e l'attività si sviluppa tanto bene da creare una sede in Oriente]
E allora, mi parve davvero che la mia ultima àncora stesse perdendo la presa, e che presto avrei navigato in balia dei venti e delle onde. Ma una ricompensa ci fu, nella gioia con cui Herbert rincasò una sera e mi disse di quei cambiamenti, senza immaginare affatto che non mi diceva nulla di nuovo, e dipinse quadri fantastici di se stesso che conduceva Clara Barley nella terra delle Mille e una notte, e di me che li raggiungevo (con una carovana di cammelli, credo), e di tutti noi che risalivamo il Nilo e vedevamo cose meravigliose. Senza essere troppo ottimista riguardo alla mia parte in questi splendidi progetti, sentivo che la strada di Herbert si stava velocemente spianando [...]


Esistono due finali per questa storia, l'ho letto su Wikipedia e devo ammettere che non preferisco quella presente nel mio libro. Quindi vi lascio due finali per questo post e si vedrà.

Auguro grandi speranze a chiunque legga.

La vita è complicata per tutti, facciamocene una ragione.

2 commenti:

  1. E' vero Maya dolce la vita è complicata per tutti, ma spesso si arriva ad un finale compiacente, come Dickens è soltio fare nei suoi romanzi che ho sempre letto con un certo inteesse.
    Un'ottima recensione stellina mia, osservatrice acuta e lettrice accanita e lo si sente, anche sotto l'albero di limoni!!!!!
    Un bacio notturno adorabile!

    RispondiElimina

Commenti liberi, purché ci si ricordi che siamo esseri umani e non bestie.
Chiedete e vi sarà dato. Forse.