venerdì 21 novembre 2014

Lo scaricabarile emotivo.

Tra poco implodo.
Non sono mai stata una che parla molto, tranne quando sono molto nervosa. Allora parlo e straparlo, dico un sacco di cose, anche senza senso, non conosco vergogna o timidezza o diffidenza che tenga: l'impulso di parlare è troppo, non si può reprimere. Non sono mai stata neanche una che si confida spesso; giusto una volta tanto basta, no? Ecco, non ci ho mai riflettuto più di tanto (devo fermare questo flusso di coscienza ma ho perso il dominio sui miei neuroni) ma già da un po' la mia principale confidente nonché amica-sorella non è più tanto confidente, non so spiegarmi perché ma non mi viene più naturale parlarle di certi moti della mia anima, così i sentimenti si stanno accumulando sulla pancia, non riesco più a contattarla e dirle Mi devo sfogare oppure chiama la neuro, sto andando oltre (a volte sono un po' masochista, spesso non so prendermi cura di me stessa come dovrei, ma questo non dovrei dirlo in pubblico, no? Vi prego fermatemi). Non riesco neanche a scaricare il mio barile emotivo a G, lei deve pensare allo studio, tra poco si laurea, non voglio che si preoccupi per me. Perciò resto io, solo io. E io sono sempre stata brava a far stare meglio gli altri, non me stessa.
E' come ferragosto, quando scolavo bicchieri di vodka pur sapendo che sarei stata male, sapendo che erano giorni che mangiavo pochissimo, ma quella notte in spiaggia volevo il devasto, volevo ubriacarmi e l'ho fatto, ho fatto entrambe le cose mettendomi a svuotare bicchieri di rum come se la notte sarebbe stata infinita. Non mi sono mai rimproverata più di tanto per questo ferragosto, non dovevo guidare ed era ubriacarmi perdutamente che volevo. Volevo anche che una persona mi fosse accanto, ma sapevo che si trovava a tantissimi chilometri di distanza, e anche se non ci fossero stati tutti quei chilometri a dividerci, anche se lui si fosse trovato nella tenda accanto alla mia non sarebbe cambiato niente (o forse no, sarebbe stato peggio), a lui non sarebbe importato e io mi sarei incazzata con me stessa perché ci avrei sperato pur sapendo che era inutile, mi sarei incazzata con lui perché non mi avrebbe dimostrato che mi sbagliavo e mi sarei incazzata con me perché mi ero incazzata con lui. Capite il circolo vizioso?
Ora lui mi commenta su facebook una foto che ho messo, di quello che so essere un interesse comune. E non ho nessuno cui dire ti rendi conto? Non ci parliamo da mesi eppure mi commenta la foto come niente fosse! Ma pure tu in queste parole ci vedi una domanda occulta? Leggi! Leggi e dimmi se ha davvero fatto quella domanda sulla foto però intendendo chiedermi sottilmente se lui mi manca! Dimmi che non l'ho immaginato... Lo ha chiesto davvero? Mi sta forse chiedendo se gli manco pensando che mi sta bene pensare a lui mentre lui sta benissimo senza di me? Oppure no, dimmi che l'ho immaginato, che quella era semplicemente una domanda senza un secondo fine! Dimmi che puoi entrare nella sua testa e trovare le risposte alle domande che, traditrici e infami, mi tornano alla mente proprio quando il suo ricordo non mi sfiora neanche lontanamente. Scopri per me se gli manco, se gli sono mai mancata, se gli stavo a cuore almeno un pochino, se mi pensa mai, se avrebbe voluto fare qualcosa in più per non perdermi, se è rammaricato di avermi persa. Oppure no, non dirmi che lui ha pensato a me più di quanto io abbia pensato a lui o che ne soffre ancora (sarebbe orribile!). Dimmi solo che non sembro una patetica quindicenne al suo primo amore: non sono una quindicenne e non è il primo amore.
Fermatemi prima che mi metta a riflettere sui miei amori passati, non voglio più soppesare i miei sentimenti passati e terminati per giudicare se e quanto ero innamorata dei ragazzi che non sono rimasti con me.
Non ho mai visto nessuno passare tanto velocemente dalla tranquillità (giornata calma) alla gioia pura (mi parla di nuovo!) passando alla furia (come si permette di chiedermelo!) e all'angoscia (non posso trattenere tutti questi pensieri ma nessuno ascolta, quindi? Quindi vomito tutto in un post, getto il sasso nel mare e chi vede i cerchi sulla superficie li percepisce). Perché mi è così difficile volermi bene? Perché ho questi momenti dove non posso fare a meno di pensare cose che mi fanno sentire male?
Non credo esista risposta. Soffocherò l'angoscia in un bicchiere (oggi sarà di the, poi chissà) e nella musica, oggi sono i Verdena, domani chissà.
Ah, devo ricordarmi di tenermi saldamente durante la parte solo strumentale, soprattutto dal minuto 5.08 al 5.14, la sua bellezza mi colpisce sempre.


 Mi illudi, distratta, e crei ciò che vorrei
con piume blu stringimi satura
tu giura e fingi
e poi cuci il limite
mi smuovi e rendimi satura
ed io saprei reagire per te
Ma tu sei ovunque
mi giungi immensa
consumati su di me
mi smuovi e rendimi sicura e satura
ed io saprei reagire per te
ma tu sei ovunque
ovunque
hai quello che io vorrei
fragile Elide
ma tu sei ovunque

[Verdena, 1000 anni con Elide, da: Solo un grande sasso, del 2001]

8 commenti:

  1. Sembra che l'abbia scritto io, questo post, dico sul serio.
    Mi rivedo in pieno nelle tue parole perché anche io sono sempre stata più brava a disinfettare le ferite e ad ascoltare i drammi degli altri, piuttosto che curarmi dei miei, di problemi. è un atteggiamento sbagliato, forse, però non ci posso fare niente, e il giorno in cui mi metterò a pensare davvero a me stessa fregandomene un po' di più dei problemi altrui ti mando una cartolina e ti spiego come si fa.
    E anche io non sono brava a confidarmi, anche se a differenza tua parlo tanto, ma i miei problemi, le mie paranoie e quelle cose lì me li tengo per me.
    Baci
    Minerva
    ps: ti seguo, tralaltro, e il tuo blog mi piace tanto

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    1. Aspetto la tua cartolina, allora! Fare da psicologi agli altri alla fine diventa logorante (da come si può notare dal mio sfogo rarissimo).
      ps: che carina, grazie

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  2. No io ho smesso.
    Basta essere il pronto soccorso dei fatti altrui.

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    1. Hai fatto benissimo.
      Prima o poi ci riuscirò, o quanto meno spero di imparare a esserlo soltanto per le persone più care.

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  3. Come forse avrai capito io ho "qualche" anno più di te e leggendo questo post mi sono sentita catapultata indietro di parecchi anni. Anche per me è sempre stato difficile confidarmi e sfoghi del genere rimanevano in un quaderno che solo io leggevo, quindi il fatto di riuscire a farne un post pubblico seppure anomino mi sembra già un passo avanti.
    Che dire? Non so suggerirti una cura, prima o poi si impara a farsi un po' meno paranoie e non farsi del male gratuitamente. Comunque io credo che sia meglio essere un po' esistenzialisti e sensibili - anche se questo implica soffrire - piuttosto che essere superficiali e indifferenti a tutto.


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    1. Ormai ho questo blog da un po' e devo ammettere che un po' mi ha aiutata, mi aiuta ancora, ma la strada verso l'equilibrio sembra ancora lunga... A mie spese ho scoperto che neanche l'indifferenza ti protegge dal soffrire.
      Comunque anche se ci dividono alcuni anni, sembri più giovane tu di me (e la ritengo una bella cosa) :D

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  4. Ahrr, oste della malora, ho la gola secca, corpo di mille spingarde, un altra bottiglia di rum!

    Bene, ora che mi sono sciolto la lingua ti dirò come la penso, sissignore, ed è la stessa cosa che dissi al capitano Flint una volta, molti anni fa... Feisbuuc è una gran porcata, sissignore, è una roba che puzza più di un barile di aringhe andate a male! Quanti marinai d'acqua dolce ho conosciuto che ci si sono arenati, in un ìa marea di pippe mentali inutili, o che ci hanno litigato con altri navigatori poco accorti, aahrr, o anche altri ne ho incontrati che alla fine sono rimasti abbandonati su un'isola deserta con la sola compagnia di una bottiglia di rum!

    Per questo io mi tengo bene alla larga da quelle acque melmose, e anche dalle coste di Uozzàp, perché non vi rendete conto di quanta gente ho visto litigare o addirittura scannarsi per colpa di quella merda, non sto scherzando, conosco chi si è separato dalla moglie per colpa di Uozzap, dopo un'intera vita di oneste scorrerie insieme!

    E allora, compagni, seguitemi, prendiamo il mare con questo legno, non ci avranno mai! Morte a Feisbuuc, morte a uozzàp, agli smartfon e a tutte queste stronzate da nerd cacasotto! W il mare, W l'avventura, W la filibusta, W il rum delle antille!

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    1. Feisbuc è il male, devo imparare a ridimensionare il tempo che ci spreco. Il vizio di Uozzap me lo sono tolta, non mi mancano i motivi per litigare con la gente e non sopportavo che fosse colpa del "visualizzato senza risposta". Preferisco violare la mia stessa privacy tramite il rum o la birra :D

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