Stamattina ero in giro per delle commissioni, camminavo a passo veloce al limitare del marciapiede quando una donna, di età imprecisata tra i trenta e i cinquanta, mi si para dinnanzi bloccandomi la strada. Mi guarda dritto negli occhi e mi dice: STRONZA.
Poi se ne va come nulla fosse. Cioè, capiamoci, non era mica la prima volta che qualcuno mi chiama stronza. Persino la prima volta che ho parlato con una tizia quella dopo dieci minuti mi ha chiamata stronza e non mi ha più rivolto parola per tutta la serata. Quando guido poi si perde il conto (a volte le regole stradali sembrano optional e la gente si aspetta che segua l'esempio). Ma farmi appellare così da una che non aveva mai incrociato prima il mio cammino, beh, questa è nuova. Mah.
Arrivo all'ufficio alle 10.45 e un signore mi dice: il segretario è dovuto uscire un attimo.
Il che, spesso, è un eufemismo per "non c'era un cazzo da fare così è andato a prendersi un caffè". Mah. E il mah è rimasto mah perché per la verità mi ha fatto aspettare meno di dieci minuti. Di solito la gente in dieci minuti non trova neanche il portafoglio nelle proprie tasche.
L'altra sera ero in giro con il mio amico V, questo incontra un ragazzo che conosce; si fermano a parlare. Le uniche cose che sono riuscita a pensare mentre guardavo lo sconosciuto sono state:
- questa polemica l'ho fatta anche io.
- non si rade da almeno quattro giorni, fa bene.
- quanto vorrei infilare una mano in mezzo a quel groviglio scuro di ricci.
E non ho spiccicato parola. Sono senza speranza. Mah.
A mia difesa, se si può (e direi di no) quel ragazzo non mi ha rivolto la parola, manco uno sguardo (finché, prima di salutarlo, il mio amico ci presenta. Insomma, mi fa concorrenza in quanto sfasamento). E poi credo che fosse fidanzato, non si spiega il modo in cui la tizia mi guardava con la coda dell'occhio.
Finita la commissione ho perso tempo per un paio di negozi e sono ancora perplessa dal fatto che vendono delle cose (non saprei come altro definirle) somiglianti a coprispalle fatte interamente di pelliccia dal pelo lungo un metro e mezzo, perplessa quanto del fatto che c'è chi effettivamente le compra. Dando in cambio soldi veri, mica quello del Monopoli. Mah.
Ciliegina sulla torta del disastro della mia vita: per quanto sia ridicolo, ne convengo, mi brucia che lui sia felice senza di me. Anche se non dovrebbe essere più niente per me. Mah.
Il "mah" è una filosofia di vita.
There is nothing left for me
there is nothing left for you
there is nothing left at all.
A westland of my mind don't think you ever will see don't think you ever will know how much I actually cared about everything we share ... Hasn't been screaming all these years just to see the world crashing around me Maybe this life is overrated but I won't let the world burn around me
[Sonic Syndicate, Denied. Album: Only Inhuman, 2007)
All'improvviso, senza alcun avvertimento, vi è venuto un forte mal di testa? Vi è venuta l'influenza anche se non avete stretto la mano ad un essere umano da giorni e seguite una dieta a base di vitamine, proteine e zero correnti d'aria? Vi è venuto un brufolo enorme anche se non vi siete ingozzati di cioccolato? Allora caro utente potresti avere il malocchio! Chissà, magari è stata quella vicina di casa che vi odia tanto, o quel tizio a cui avete fregato l'ultimo posto libero nel parcheggio pubblico gratuito, oppure quella collega che ha una cotta per il vostro fidanzato. Secondo antiche credenze popolari siciliane (e non solo, ma non posso mica parlare per tutti), c'è una comoda soluzione per porre fine al malocchio e tornare a fare quello che si vuole.
Prima di procedere, una premessa: non è una guida passo passo per fare il malocchio a qualcuno (chiedo venia per questa disdicevole mancanza), bensì una guida su come liberarsene secondo il metodo conosciuto da Nonna Cents. Che, detto tra noi, è una donna molto saggia. Sì, lo so, non ho molti dei suoi geni. Pazienza.
Comunque, esistono diversi metodi e varianti ma adesso spiegherò quello che ho sempre visto io.
Ecco gli ingredienti:
un piatto
un qualunque pezzo di stoffa di colore rosso
olio
acqua
sale da cucina
un complice
Colui/Colei che sospetta di avere il malocchio, per comodità chiamiamola Maretta, si siede su una comunissima sedia qualunque, badando bene a NON INCROCIARE braccia, gambe, dita o altre parti flessibili del corpo.
Nel frattempo il complice, sempre per esempio e restando in ambiente la chiameremo zì Maria (in qualunque famiglia siciliana c'è una parente adulta o anziana che si chiama così, dove zì non sta forzatamente per "zia" o "pro zia" ma è una forma di rispetto dedicata a chi non è parente di sangue ma per i rapporti intrapresi è come se lo fosse), dicevo, zì Maria mette l'olio in un cucchiaio, versa l'acqua nel piatto, sistema il pezzo di stoffa sulla testa di Maretta e poggia il piatto sopra la stoffa.
Zì Maria prosegue facendosi tre volte il segno della croce e recitando il Padre Nostro o l'Ave Maria.
Una volta conclusa la preghiera, zì Maria bagna un dito nel cucchiaio di olio e lascia cadere sette gocce, una alla volta, cercando di non farle sovrapporre o toccare. I risultati possono essere due:
le gocce restano integre. In questo caso gioite: non avete il malocchio.
le gocce si espandono, dissolvendosi. In questo caso trattenete le bestemmie e gli insulti, poiché è segno di malocchio. La forza del malocchio dipende dal numero di gocce che "si rompono".
In entrambi i casi, per allontanare il malocchio, zì Maria prende del sale e lo fa cadere in quattro punti, come per formare i quattro estremi di una croce; difatti mentre lo fa pronuncia "padre, figlio e spirito santo". Il tutto per tre volte.
Zì Maria si bagna un'altra volta il dito nell'olio e lo cosparge di sale. Con il dito tocca tre volte le tempie di Maretta (tre per ogni lato, in alternanza). A questo punto zì Maria preme un palmo sulla fronte di Maretta e l'altro palmo sopra la nuca, poi preme i palmi sulle tempie di Maretta; queste due "strizzate" si ripetono per tre volte e nel frattempo si recita:
Occhio malocchio pigghiata d'occhio
nesce u malocchio e trase u bonocchio
Sinni va pa so via
cu Gesù, Giuseppe e Maria
(traduzione alla buona: occhio malocchio presa d'occhio/ esce il malocchio ed entra il buon occhio/ Se ne va per la sua via/ con Gesù, Giuseppe e Maria).
A questo punto, per finire, non resta che gettare l'acqua ma seguendo alcune regole. L'acqua deve essere gettata fuori di casa (per evitare inutili faide tra condomini suggerirei di non buttarla dal balcone; se odiate davvero tanto i vostri vicini del piano inferiore, beh, io non vi giudico). Nel gettarla si recita:
Acqua e sale pi li mari*
acqua e sale pi cue ni vole male
Cioè: acqua e sale per i malvagi, acqua e sale per chi ci vuole male.
(*mari: antiquata espressione sicula che vuol dire "malvagi")
Maretta è libera.
Fine.
DISCLAIMER!
Prima che mi mandate Mingo e il buon Fabio con la loro troupe televisiva, voglio precisare alcune cose.
Questo post è un racconto romanzato di antiche credenze popolari. Non vuole essere assolutamente una cura (non essendo in nessun senso un metodo scientifico), è solo espressione di una mentalità tipica di altri tempi, più pregiudizi e scaramanzia.
Inoltre, nessuno della mia famiglia ha mai preso soldi per togliere il malocchio. Non ci sono neanche vicini che vengono a chiederlo. In sostanza, gli unici "pazienti" di mia nonna siamo io e mia madre, e capita molto di rado.
E no, non fa pagare manco noi.
Che nessun venerdì 17 vi fermi, andate in pace! :)
Eh niente. Oggi è il mio compleanno e il mondo non mi fa più tanto schifo.
El Papi si è presentato a sorpresa con sette rose rosse a gambo lungo (e strane spine color porpora) e una CASSATA SICILIANA. Non so se è chiaro, ma è uno dei miei dolci preferiti.
Se queste 48 ore sono un anticipo di come sarà il nuovo anno mi viene da pensare solo una cosa: MINCHIA!
La tipica espressione siciliana di profondo stupore ben si adatta a quello che, temo, saranno i prossimi dodici mesi. In soli due giorni mi sono successe parecchie cose:
fraintendimenti che mi hanno causato litigi con amici.
la prima febbre il primo giorno dell'anno.
maledizione di Eva sopraggiunta a poche ore dalla fatidica mezzanotte.
strani dolori alla schiena.
Insomma, se questo è un anticipo di quello che mi aspetta si capisce quanto sono vicina all'impazzire del tutto. Tra pochi giorni sarà il mio compleanno e tutto quello che voglio è restarmene sigillata in camera mia, tutto il giorno a letto con Iron Maiden e Verdena a tutto volume. C'ho l'angoscia che pesa.
Già mi manca il caro, vecchio 2013. Non è che sia stato una gioia continua, ho preso delle belle batoste, non è stato molto generoso. I buoni propositi dell'anno scorso erano:
- Essere meno diffidente verso il genere umano, insultare di meno,
magari trovare anche un uomo abbastanza pazzo, testardo (sennò sai che
noia) e paziente a scopo relazione fissa. Fatta al 50%
- Leggere più libri seri e meno racconti sui killer. Ci sono stati libri "seri" ma di gialli ne ho letti sempre di più.
- Ascoltare sul fido youtube tutti i gruppi che ho annotato. Uno su ventotto.
- Scrivere di più e meglio. Mancato.
Però ho imparato delle cose, che fa sempre bene:
il giusto paio di braccia può darmi un abbraccio che sia sereno e caldo come pane appena sfornato, senza che io frema di scappare. Nonostante tutto, grazie mr X.
non sono immune alla gelosia e al senso di possesso come immaginavo (vabbè, manco lo dico grazie a chi, spilungona bionda liscia).
ci vuole davvero tanto vino per farmi ubriacare ma l'indomani non avrò postumi da dopo-sbronza, nemmeno con quattro ore di sonno. Accadeva a Capodanno 2013.
parlare di me, di qualcosa di personale, a persone "nuove" non è tanto male. Grazie ai miei nuovi amici (che poi boh, chissà se lo sono ancora adesso).
a Parigi invece di oui (uì) dicono we. La cosa mi lascia ancora perplessa ma erano tanto carini! Per non parlare di come pronunciano la parola sexy. Molto carini :3
Sono consapevole che non sono molti passi in avanti, ne convengo, ma è pur sempre meglio di niente, no?
Fino a 14 anni avevo l'ora di dottrina
poi la mia prof d'italiano era sessantottina
Ho partecipato a una protesta che non so ricordare
come la seconda strofa del mio inno nazionale
Ii miei volevano vacanze in meridione
io sognavo le disco, scappavo a Riccione se qualche riccone s'è comprato lo stato
non mi sono scandalizzato, già lo davo per scontato
quindi non chiedete se credo alla nazione
mentre pago il pizzo senza avere protezione
(rit) Sarà che da bambino m'hanno rotto il muso
Sarà che il primo amore m'ha fatto cornuto
So come ci si sente quando sei l'escluso
Io mi rifiuto
Il mio peggior nemico è sempre un mantenuto
Il mio migliore amico è stato detenuto Siccome il mio pianeta se lo son venduto
Io mi rifiuto
Io mi rifiuto
Voglio una vita da spot tv
fin da bambino colazione col Mulino Bianco
come l'omino
così che ora voglio solo roba industriale
la gomma senza zucchero con dentro l'aspartame
Che bello mangiare come un dodicenne
che quando vai al bagno, poi sciogli le piastrelle Ho un danno permanente, un fegato che prega
Poteva andarmi peggio e diventare vegan
che costa sempre un botto mangiare roba buona
il prezzo più no global è solo da Mac Donald
NON VEDO L'ORA CHE COLLASSI QUESTA ECONOMIA
COSI' VEDIAMO COSA RESTA DELL'IDEOLOGIA
PER ESEMPIO LE DROGHE SONO SEMPRE AUMENTATE
MA NESSUNO DA LA COLPA ALLE POLITICHE SBAGLIATE e miss Italia festeggia con la sangria
L'EUROPA VOTA A DESTRA MA PER STRADA C'E' L'ANARCHIA NON SONO GLI IMMIGRATI COME DICONO I GIORNALI
LA COLPA E' DI CHI GUIDA E NON DEI PASSEGGERI
IO SONO PATTUMIERA VIENI QUI A RACCOGLIERMI
Io sfotto la bandiera vieni qui a costringermi! ma la censura in questo caso non funziona mai e il capo tira su col naso su youtube