lunedì 9 gennaio 2012

Angolo Libro: L' anima del male, di Maxime Chattam

Una volta tanto vorrei mettere da parte il sarcasmo ed essere (più o meno) seria, quindi questa volta vorrei parlare di un libro che ho recentemente letto.


 E’ probabile che nella versione pocket che ho comprato qualche frase qui e là sia stata tagliata, comunque l’ ho trovato piuttosto ben equilibrato tra le descrizioni dell’ambiente e delle emozioni e il modo di esporre i fatti. Si capisce che l’ autore ha studiato, che si è documentato, insomma ha fatto i compiti per casa e si è impegnato, però a tratti lo stile è cadente: ogni tanto eccede con la descrizione del funzionamento di un laboratorio scientifico, cosa che sinceramente mi ha fatto perdere il punto della situazione più di una volta. Tutto molto interessante, dal mio punto di vista, ma in tal modo rende lettura e attenzione alquanto incostanti. il risultato della storia è abbastanza inquietante, però manca la sensazione angosciante del Male che sta sempre in agguato nell’ ombra. C’è stato un passo, in particolare, che quando l’ ho letto mi sono sentita attraversare da un brivido e un sussulto incontrollato:

 
"Ormai l’ anima non esisteva più, c’era solo un involucro, di pelle e di carne. Poteva farne ciò che voleva, era sua.
Disincarnata.
(...) Alla donna che giaceva sul pavimento del bagno sfuggì un gemito, una sorta di piagnucolio. Lui non vi fece alcun caso. Non vide le lacrime colare sulle guance della giovane donna quando il coltello fece scaturire il sangue. Tutto quello che sentì fu il proprio personale piacere."

 
In un film è relativamente semplice provocare paura o angoscia, mentre è più complicato tradurre in lettere sia la scena oggettivamente in sé sia la reazione e il ruolo della vittima. In questo pezzo Monsieur Chattam ci è riuscito, almeno con me. C’è qualcosa di dannatamente angosciante nel realizzare che un essere umano possa essere nei riguardi di un proprio simile così tanto violento, feroce e al tempo stesso tranquillo e indifferente. Ancor più se a determinare tale azione sia una credenza o un desiderio personale.
Chissà come riesce a dormire Monsieur Chattam, ben sapendo quali sciagure far capitare ai suoi personaggi! Per ora attendo di trovare il resto della trilogia, ma dovendo dare uno scopo a questo post gli do un voto strettamente personale: da 1 a 5, un bel 4 pieno.
Au revoir!

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