domenica 17 agosto 2014

Le cinquanta sfumature del vomito.

Questa è la poesia e la gioia di vivere che si scatena negli animi dei poveri lettori quando terminano (probabilmente dietro terribili minacce) la lettura di Cinquanta sfumature di grigio. Per questo mi avvarrò di alcune scene tratte da Willy, il principe di Bel Air, altrimenti mi fermo qui e vado a nascondermi sotto il letto.
All'inizio ero piuttosto incerta sul parlare o no di questa mia deplorevole lettura, poi mi sono detta: se una cinquantenne non si vergogna di pubblicare delle fantasie da sessualmente frustrata quale evidentemente è, con un linguaggio da tredicenne che marina regolarmente la scuola, perché non posso scriverne io nel mio piccolo spazio virtuale? E gratis anche, eh!
Passato questo dubbio, da amante dei dettagli, mi sono chiesta se fosse giusto mettere a questo post l'etichetta "Angolo Libro", inquinando così i sentimenti positivi che mi legano ai libri di cui ho già parlato (tranne Madame Bovary, che continua a non piacermi). Perciò l'etichetta più adatta mi è sembrata "Wall of shame" (per di più facendo concorrenza spietata a quel monumento che tanto detesto, quindi figuriamoci).

Mi sono convinta a leggere questo cumulo di carta (mi rifiuto di chiamarlo "libro") solo perché la mia bacheca di Facebook era piena di video trailer, condivisi pure da persone che ho sempre ritenuto assennate. Manderanno il film nelle sale a San Valentino, dunque ho ingenuamente pensato che la storia del sadomaso fosse equilibrato con del sentimentalismo da diabete di tipo II. Mi sono detta, ancora più ingenuamente devo ammettere, non potrà essere davvero così orribile, no? Magari le persone che tanto lo criticano sono dei frustrati anche loro, persone che desiderano essere al posto dei protagonisti ma che al massimo posso fare la parte degli addetti alla pulizia. Ebbene, mi inginocchio sui ceci e chiedo scusa a quelle persone per i miei cattivi pensieri. E dirò di più: se il tuo partner ti propone di andare al cinema a vederlo beh, ATTENZIONE. Io al posto tuo mi farei tante scomode domande.

Dopo questa lunga premessa, per dire in sostanza che mi ero partita senza pregiudizi e con tanta buona volontà, procediamo per piccoli passi. Partiamo con i personaggi:
Anastasia, detta Ana (che simpatico nomignolo, eh? Tutta farina del sacco della James), ventunenne vergine, con dei bruni e brutti capelli (per sua stessa ammissione in prima pagina), timida, impacciata, insicura, goffa, con la vivacità e la personalità di un comodino in arte povera con i centrini in pizzo della trisavola. Vi ricorda forse qualcuno? Se avete pensato a lei...



... complimenti! Sembrano gemelle omozigoti separate alla nascita.

Christian Grey: giovane, ricco come Bill Gates ma bello come un dio greco, di una bellezza travolgente, splendido (tutte citazioni letterarie, non è colpa mia!). Così affascinante ed eccitante da far passare in secondo piano (e anche in terzo o in quarto, volendo) che è un maledetto psicopatico con manie di controllo e di potere (cosa che lui ammette candidamente migliaia di volte, sin dall'inizio) ben oltre il patologico, frutto di un'infanzia che dire traumatica è dire niente.

Poi ci sono Elliott, l'allegro e spensierato fratello di Christian, e Kate, l'amica coinquilina di Ana, personaggi che in seguito (cioè a colpo di fulmine) instaurano una relazione romantica. Kate spinge la cara amica Ana nelle braccia poco raccomandabili di mr. Grey (oh ma che volete?? Lui è ricco e bello da morire, praticamente il curriculum dell'uomo da maritare!), poi vede la cara ragazza che cambia personalità (WTF?) e che piange ogni giorno come una fontana che perde acqua; dopo tutto questo, dimostra il suo profondo senso di amicizia quando nel bel mezzo della notte mr. Grey irrompe in casa loro mentre Ana piange disperata, ma Kate che fa? Gli urla che è un bastardo e poi lo lascia entrare non solo in casa ma anche dentro la camera di Ana e, nello specifico, dentro il suo letto. Per tutta la notte. Cioè, sta distruggendo quel povero comodino quella povera, innocente creatura e lei si limita a gridare qualche parola prima di sparire nel nulla. Se questa è amicizia allora io della vita non ho capito uno stramaledetto piffero.

Insomma, già da qui si percepisce la gravosa quantità di stereotipi e banalità. E il peggio non è ancora arrivato.
TRAMA: la narrazione si apre con questa ragazza, Ana, che davanti allo specchio inveisce contro i suoi capelli poco adatti alle pubblicità sullo shampoo (non fanno sshhwish) e procede subito a descriversi (perché tutti appena ci guardiamo allo specchio la mattina facciamo l'inventario dei nostri difetti e pregi fisici. Veridicità Rulez).
Io a questo punto, ossia la prima pagina, mi sono data un facepalm e mi sono chiesta in quale diavoleria mi stessi immischiando, desiderando che un colpo di scirocco mi portasse via dalle mani quei fogli. Ma tornando alla storia, Ana deve intervistare l'imprenditore mr. Grey per il giornale scolastico per conto della sua amica Kate, che proprio quel giorno è malata. Ana, da bravo comodino da brava studentessa che non si è mai preparata per un colloquio di lavoro, va a intervistare un noto e importante personaggio pubblico senza neanche procurarsi prima qualche informazione di base (che comunque Kate aveva, perciò la stupidità è già fuori controllo).
L'impacciata ragazzina, innocente quanto un'amish, commette svariate gaffe: entra in ufficio e cade dritta dritta sul pavimento, il registratore le scivola via dalle mani alcune volte, gli chiede ripetutamente come un mantra se è un maniaco del controllo (disgraziata, se ti ha già detto venti volte in un due pagine che gli piace avere il controllo, cosa cazzo gli chiedi ancora? Capisco che avere il controllo di sé e degli altri stile mentalista è una pura utopia per il tuo miserabile intelletto, ma hai scartavetrato i gabbasisi), gli chiede se è gay, balbetta intimidita dall'inizio alla fine, poi la prima illusione-cazzata-fantasia dell'autrice: il bellissimo e intelligentissimo uomo d'affari le offre uno stage nella sua azienda e rimanda un altro appuntamento di lavoro per continuare questo patetico rendez-vous.
Ma per favore!

Nella realtà sarebbe successo che: mr. Grey, controfigura di Briatore (con lo stesso charme e le mani più lunghe), appena sente la ragazza dire che le domande non le ha scritte lei, che lei non è neanche la vera intervistatrice bensì una mera sostituta, diventa paonazzo, urla a malo modo chi cazzo ha fatto entrare quello spreco di ossigeno e chiama la sicurezza per sbatterla fuori.


Dalla serie de "Il lancio di Jazz"

Ma tornando alla trama (o alla presunta tale), quando Ana finalmente toglie le tende inciampa ancora, ma Bello-e-impossibile non è presente per assistervi.
Qui parte il primo ma non ultimo pippone di Ana: me sento strana, ma che c'ho? Quell'incontro mi ha fatto venire l'influenza oppure è stata la sua formidabile bellezza? Ma nessuno mi ha fatto mai questo effetto! Ma è perché è bello o perché è ricco? E lui è tanto bello e perfetto però io faccio schifo (ah eppure si muove un neurone ogni tanto!), come fa ad essere interessato a me? E gnegnegne.
Ditemi la verità, non vi viene voglia di strozzarla?


La cosa ancora più improbabile è che, dopo tutto questo, lui, il grande e perfetto super modello, inizia una intensa opera di stalker, la invita ad uscire, le fa regali costosi (Mac, Blackberry e auto di lusso) e la convince senza troppo impegno a dargli la sua verginità (più volte durante l'arco della notte). Dopo di che, Bello-e-impossibile si attacca a lei stile muschio intorno alla palude e le propone una relazione sessuale con annesso contratto. Un contratto cartaceo vero e proprio, fatto di articoli, clausole, appendici e firme da apporre in calce. Se pensate "Che squallore!", è esattamente quello che ho pensato io. Squallore e disgusto*.

Ci sono inoltre scene indegne di essere raccontate, ma ormai che sono qui non ho altra scelta che continuare a nuotare in questo infido e becero mare di cazzate pre-adolescenziali.
Si tratta di scene ben oltre il limite del ridicolo.




Il resto della trama, circa duecento pagine, è una serie di:
- Verbi quali "scopare, fottere, sculacciare".
- Pianti di Ana.
- Lui la rassicura parecchie volte che ci andrà piano con il suo addestramento (cit. letteraria) al sadomaso.
- Lei dice di volere di più, lui che risponde di non essere quel tipo di persona ma pur di non perderla ci può provare una volta ogni morte di papa (in realtà non ci prova quasi mai). Questo vi sembra il comportamento di una persona che è stata descritta centinaia di volte come egoista, qualcuno dedito esclusivamente al proprio piacere?
- Lui non vuole essere toccato.
- Lei parla e lui minaccia di punirla o la maltratta.
- Lei si lamenta del solo sesso che non le basta (ma intanto continua a dargliela come e quando lui vuole) e lui propone compromessi di cui, comunque, non discutono nemmeno quindi figuriamoci se li mettono in pratica. Insomma, per duecento pagine a parlare è soltanto la libido della James, l'autrice.
- Lui, che ha mollato tutte le altre che volevano di più, continua a "tenersi" Ana, nonostante sia palese che non sia la ragazza adatta a soddisfare tutte le sue pretese; lei passa dall'essere casta e pura al sadomaso, senza passaggi intermedi. Ma tanto le pratiche sono sempre le stesse, l'autrice manca di originalità persino in questo. Eppure su internet avrebbe potuto guardare qualche porno per avere delle idee.
- Lui fa uno sguardo torvo (cit. letteraria) e lei trema di paura, chiede scusa, a volte arriva persino a supplicarlo di non colpirla ma alla fine accetta che lui la punisca con la violenza sottostando al suo capriccio.

Ma vi rendete conto dei millenni di soprusi, di degradazione e di sottomissione del genere femminile, seguiti da molti secoli di lotte sociali che sono serviti per arrivare a QUESTO? Quante femministe si sono rivoltate nella tomba? E mi riferisco a quelle nella tomba perché non mi è mai capitato di sentire al telegiornale di donne indignate per l'immagine che questa donna manifesta, ma solo di donne entusiaste di averlo letto. E per amor di precisione, se uno mi dice di stare zitta o mi sculaccia, io gli mollo un pugno sul naso che se lo ricorderà finché campa.
- Controsensi: Grey viene descritto come una persona del tutto controllata e consapevole di sé, qualcuno che non vuole innamorarsi e che non è in grado di instaurare quella che è considerata una relazione amorosa normale. Ma in tutta la narrazione lui appare come una persona che ha preso un colpo di fulmine a prima vista per una sciacquetta senza spirito né carattere. E non solo, l'autrice scrive anche che Grey dimostra emozioni che non sono propriamente da dominatore, quali smarrimento, disagio, tristezza, pentimento.
- L'autrice insiste nell'usare l'espressione
... lì.
per indicare il suo organo genitale (tredici volte, quattordici se contiamo anche l'organo maschile). Può essere solo un dettaglio ma io l'ho trovato molto fastidioso e anche stupido. Ci può anche stare per un paio di volte all'inizio perché a "pensarlo" è una timida vergine alle sue prime volte, ma se una non si vergogna di dire all'amante cose come "scopami, fottimi, ti prego ti voglio dentro adesso" e non ha difficoltà a praticargli del sesso orale, allora non dovrebbe avere problemi a dire "vagina, figa" ect, può decisamente utilizzare un termine più adeguato! Non è una tragedia, non viene la buoncostume ad arrestarti!

Ora analizziamo alcune scene:
- Bello-e-impossibile porta Fidanzata-giocattolo a conoscere la sua famiglia a casa loro, per cena. Lei va senza slip perché si vergogna di dire a lui di restituirle l'indumento. Quindi l'autrice vuole farmi credere che sia okay scopare, ma non mettere le mutande ad una cena importante.
- Alla sopra citata cena, i due scappano dalla casa perché lui vuole una sveltina nella rimessa, poi vengono quasi colti sul fatto dalla di lui sorella e tornano in casa come se niente fosse accaduto. In quel posto non esistono vestiti stropicciati né capelli arruffati. Ma perché lui pretendeva la sveltina? Perché lei si era rifiutata di farsi toccare mentre cenavano.
Io non so quanta umiliazione può voler sopportare una donna, di questi tempi. Purtroppo l'autrice sostiene il modello di donna debole e indifesa che davanti ad un bel viso perde la capacità di riflettere, dimentica qualsiasi considerazione verso la propria identità e dignità, una donna incapace di scegliere la propria integrità a scapito di un sentimento romantico; tutto ciò mi fa pensare ad un drogato che non riesce a rinunciare alla sua dose di droga pur sapendo il male che si infligge.


- Fidanzata-giocattolo, alla fine di questo abominevole spreco di carta, gli chiede di picchiarla con la cintura per vedere quanto dolore è in grado di sopportare. Ammiro la valenza scientifica di questo esperimento, ma che diavolo si aspettava che accadesse? Disgraziata, hai pianto in piena depressione perché lui ti aveva sculacciata un paio di volte a mani nude, DANNAZIONE, COSA TI ASPETTAVI CHE ACCADESSE?
Poraccia è così sconvolta che ha una illuminazione (alleluia, oserei dire): lui è malato, ancora traumatizzato dalla sua terribile infanzia e deve farsi curare da uno davvero bravo. Poi il colpo di grazia.
Per una volta, chissà grazie a quale astruso miracolo**, una reazione plausibile: Ana gli dice di amarlo e Grey è strabiliato, quasi gli cascano i bulbi oculari a terra per la meraviglia, chiede a lei e a se stesso come sia possibile che una ragazza "per bene" ami uno come lui. Finalmente uno spiraglio di intelligenza!
Veramente, come si può? Lui è un sadico deviato, incapace di abbandonarsi alla tenerezza per più di un minuto. E solo perché è bello, ricco e sopravvissuto ad un orribile passato, io lettrice dovrei tifare per lui, per loro? GIAMMAI MI AVRETE DALLA VOSTRA PARTE!
Alla fine, gioite gioite, LEI LO MOLLA, nonostante le promesse e le trattative di lui! Ma non festeggiate troppo, dalle conversazioni che ho avuto la sfortuna di ascoltare, nel sequel la cara Ana non ci mette molto a tornare tra le amorevoli braccia di mr. Grey.

Forse (e ribadisco FORSE) tra quelle pagine si annidava una sottile critica all'ipocrisia della società moderna civilizzata, che nasconde dietro l'apparenza gradevole e socialmente accettabile, tutte le sordide sfumature dell'abiezione umana. Ma forse (e stavolta intendo SICURAMENTE) questa è solo la fantasia di una Maya particolarmente turbata che cerca di ricavare un senso da tutto ciò (ma soprattutto una scusa che la convinca di non aver buttato via il suo prezioso tempo libero).
Tutto questo mi fa provare molta compassione per tutti i romanzi Harmony che, fino alla pubblicazione di questo ammasso di parole, sono stati ingiustamente considerati il gradino più basso del mondo editoriale. Autrici di Harmony mi stringo nel vostro dolore e nella vostra ingiusta umiliazione.

Unica nota positiva: veramente tantissimi complimenti a tutti gli operatori marketing che hanno fatto di tale narrazione un "caso editoriale mondiale". Voi siete stati così abili da ritrovarvi, nella gerarchia dei super poteri, un gradino sopra gli incantatori di serpenti e un grado sotto a Mago Merlino. Il merito del successo della James è solamente vostro.

Per concludere, non darò un voto come ho fatto con tutti (o quasi) i libri di cui ho parlato; in questo caso vorrei lasciare un commento, una sorta di giudizio come quelli che si scrivevano nelle pagelle delle elementari. Dunque il mio verdetto è:
La pochezza di questo ammasso di carta è disarmante, induce i neuroni al suicidio e istiga l'essere umano alla piromania con oggetto plichi cartacei. Bocciato.

Finalmente ho terminato, festeggiate insieme a Carlton!








* vorrei precisare che non condanno il sadomaso. Siamo in un paese democratico, abbiamo tutti il libero arbitrio, dunque se due adulti consenzienti scelgono questo stile di vita a me non me ne frega niente. Dico sì alla libertà di espressione, ma decisamente NO al lavaggio del cervello.
** l'astruso miracolo ritengo sia un banale espediente per concludere la narrazione con un "colpo inaspettato" (sì, sono consapevole della triste analogia tra la mia scelta di parole e lo stile dell'autrice del best seller).

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NDR: Voglio infine rassicurare i lettori tutti che nessun albero è stato maltrattato e umiliato per essere trasformato in una copia di Cinquanta sfumature di grigio. Mi è stato prestato.

3 commenti:

  1. Ahahahahahahahahahahah.
    Io ho letto l'intera trilogia, che mi è stata regalata da cugina (nella sua fase da TdG per cui non poteva leggere cose sul sesso).
    Condivido tutto e come scrissi nel mio post sull'argomento questa "saga" non è altro che la brutta copia di quella di Twilight. Solo che quest'ultima era davvero scritta bene. Poi possiamo discutere sulla trama ma credo che lo si debba considerare come un libro per ragazzi piuttosto che chissà quale saggio profondo. Mentre lo stesso non si può dire di questa "saga". Mio cugino di otto anni scrive racconti migliori.
    Poi la cosa che mi ha lasciata davvero perplessa è il modo con cui i giornalisti di basso livello abbiano definito il romanzo come una sorta di vangelo di quello che le donne vorrebbero da uomo. Ok, io non so che donne frequentano o sono ma io non voglio essere frustata, al mio culo ci tengo, Thanks.
    Sono però un pò curiosa del film...voglio capire fino a dove si spingeranno ma ovviamente lo vedrò in streaming.
    Ps: inutile consigliarti di fermarti qua con la lettura, solo solo per restare "convinta" che quella demente di Ana abbia fatto la cosa giusta nel lasciare occhi-cravatta-completo grigio di mr Grey.
    :)

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    1. Mi sono risparmiata la lettura di Twilight perché ai tempi vidi il film e il fantasy non era un genere che mi interessava. Non ho mai letto un fantasy prima dei vent'anni. Dunque non ti so dire se almeno la scrittura salvava il libro, ma la trama mi da ancora i brividi per quanto è superficiale. Non so, come per molti cartoni Disney non lo darei ai miei figli (nella remota ipotesi di me con figli).
      Attenzione, tuo cugino non farà successo in Italia col talento!
      Me lo sono chiesta anche io, ma che donne frequentano quei giornalisti? E perché, delle fantasie di una, si deve generalizzare a tutto il genere femminile? Che cosa snervante!
      Mah, forse vedrò anch'io il film in streaming, così... tanto per darmi il colpo di grazia.
      PS: alla fine mi sono fatta raccontare la trama dettagliata del secondo e del terzo libro, avrei voluto leggerli solo per la scena in cui l'ex capo di lei la prende a calci ma poi avrei dovuto leggere del sadomaso in gravidanza e no... non ce la potevo fare. Quando è troppo è troppo.

      L'unica cosa sensata di questa trilogia è il fatto che sottolinea abbondantemente quell'istinto femminile della crocerossina: salvare maschietti in difficoltà a tutti i costi.

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