lunedì 5 maggio 2014

What the hell am I trying to say?

E' primavera e in prossimità dell'estate, in mezzo ad amori impossibili e tentativi di approcci sessuali non proprio celati, c'è mia madre che mi chiede da quanto non taglio i capelli e che mi paragona al "cani ri mànnara". Per chi non è siculo o cinefilo, sarebbe questo:


Noto anche un'innegabile somiglianza di espressione...


A parte che, purtroppo, al massimo potrei essere un barboncino, ossia il prototipo del cane di piccola taglia che fa casino come un liceale sbronzo (ogni riferimento non è puramente casuale, forse è puramente causale) e fracassa i maroni quanto Emanuele Filiberto che cerca di indovinare i congiuntivi (per altro fallendo).
Insomma, se non fosse per quegli adorabili ricci col cazzo che la gente si metterebbe dentro casa un Filiberto un barboncino. Siamo mica nel paese dei criminali al potere.
Ah, lo siamo... (vabbè, fai finta di niente e inserisci la retromarcia). Tanto la politica generale è questa.

In queste ultime settimane mal tollero le critiche e i commenti. Mal tollero me stessa. Non voglio essere lo stereotipo della ragazza complessata che è attratta dal cattivo ragazzo. Eppure è così, non posso raccontarmi storie. Forse, in fondo, mi piace essere infelice. Forse sono davvero masochista, la battuta che trascende nella realtà dei fatti. Cosa c'è che non va nella mia testa? Quale connessione sinaptica è marcita? Perché un ragazzo gentile, premuroso, che ascolta la stessa musica che ascolto io, che non si è approfittato di me ubriaca neanche per un bacio (sebbene gli avessi mandato segnali abbastanza chiari, ovvero la mia parte alcolica lo voleva), perché non mi attrae? Appena conosciuto e già messo da parte. Perché il solo incontrare quel ragazzo che invece non è fatto per una relazione non aperta, seria e stabile mi fa sempre immaginare scenari impossibili di vita insieme? Non ditemi che l'impossibile non esiste. Esiste eccome, non raccontiamoci storie. Come diceva qualcuno, se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza. In queste settimane mal tollero, già detto. E mi ritrovo in una spirale di istinti masochistici: il bravo ragazzo che in linea teorica può prendersi cura di me non mi ispira grandi sentimenti "romantici", il cattivo ragazzo (seppur fosse disposto a starmi così vicino) lo rifiuto perché non voglio essere usata come una bambola gonfiabile, o essere una di quelle il cui tempo viene comprato. Sono troppo orgogliosa per chiedere aiuto o per comunicare che non mi sento bene, però vorrei che qualcuno mi sostenesse. Mi piace essere indipendente, autosufficiente per quanto possibile, però vorrei avere qualcuno che mi dicesse "sono qui, rilassati, non c'è bisogno che pensi a tutto tu, adesso mi prendo cura di te come tu ne hai avuta di me". E che me lo dimostrasse. Mi piace avere tempo per me stessa, però vorrei qualcuno che si affidasse a me più col cuore che con il corpo, altrimenti avrei risolto con un cartonato a grandezza naturale di Alexander Skarsgard (o di Jensen Ackles... o di Colin Firth... o di Tyson Ritter... o vabbè, s'è capito, uno fascinoso). Sono anni che ricevo sempre critiche su critiche, ad un certo punto ho imparato anche a sbattermene (prezioso insegnamento) e forse anche troppo; adesso arriva un complimento che forse merito, ma mi sento insoddisfatta di me stessa, io non capisco perché qualcuno senta di dovermi fare un complimento. "Ottimo lavoro, molto brava" mi hanno detto in sostanza, ed io ho pensato "ma quale lavoro? Non mi sono impegnata neanche un poco". Dovrei essere contenta per aver raggiunto un ottimo risultato, è così, i numeri parlano chiaro, dunque perché non sono contenta? Non dico felice, ma quanto meno un po' contenta. Invece no, tutto continua a farmi schifo, a darmi sui nervi. Mi manca l'università, ma non ci casco: l'estate del diploma non vedevo l'ora di iniziare l'università, quando è iniziata non vedevo l'ora di andarmene. E' solo smarrimento, no? Mi cala il sonno al solo vedere un libro serio. Ho la nausea sfogliando l'ennesima pubblicazione di annunci di lavoro. Stringo i pugni mandando la miliardesima mail con curriculum che probabilmente non viene neanche aperta, altrimenti perché non ricevo una sola mail di risposta? Dove sono finite le buone maniere? Rispondimi, CAZZO, dimmi che il mio curriculum ti fa schifo ma dammi una cazzo di risposta!
Come se fosse questa la risposta che cerco... Chi sono? Cosa voglio? E' possibile capire soltanto cosa non voglio? Perché tutto quello che tocco sembra maledetto? Dove vado se non so dove andare?
Infido cuore bastardo, il mio.
I love myself better than you, I know it's wrong so what should I do?



Poi boh, what the hell am I trying to say?

2 commenti:

  1. Ammazza, come ti capisco.
    (Anche se a me piace uno che è proprio un bravo ragazzo e che ha un un'unica pecca: non mi caca di striscio -.-'')

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    Risposte
    1. Forse è anche lui un Filiberto. O un barboncino.
      Respect!

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Chiedete e vi sarà dato. Forse.