Da un po' mi frulla per la testa l'idea di scrivere qualcosa che riguardi la cultura "old style" siciliana, modi di fare del siciliano medio, fatti storici (reali, presunti tali, leggende metropolitane) e quant'altro. Oggi pensavo alla "festa dei morti", Ognissanti. Devo ammettere di avere dei ricordi controversi a riguardo, ma sorvolo.
Per la maggior parte dei bambini siciliani questa non era una festa triste poiché era sinonimo di ZUCCHERO e DOLCIUMI. La gioia di ogni dentista, in pratica. Non ho reperti personali da mostrare, ma Google vale soldi a palate anche per questo quindi cercatevi le immagini. Come sono cordiale, io.
Comunque, i dolci tipici della festa ante-Halloween sono:
- FRUTTA MARTORANA: dolce a forma di frutta e ortaggi, composta principalmente da farina di mandorle e zucchero; il sapore è simile al marzapane, ma più dolce. Dare uno di questi ad un diabetico può definirsi suicidio assistito. E pass gratuito per il Paradiso (attenzione a San Pietro, se si ha ancora il dolcetto potrebbe essere soggetto a cleptomania).
-esclusivamente per la gioia dei piccoli, "U PUPO RI ZUCCARO", il pupazzo di zucchero. In pratica sono gli stessi ingredienti della precedente, ma invece della classica forma di frutta o verdura questi hanno la forma di bambini, donne in abiti tradizionali, uomini a cavallo, coniglietti, o altri graziosi animali/personaggi di fantasia che raggiungono tranquillamente l'altezza di trenta centimetri (e ne ho visti anche di più grandi). Si tratta di vere opere d'arte, in quanto un bravo "artigiano" li intaglia e li colora rendendoli perfetti e realistici come se fossero di ceramica dipinta.
Mi si stringeva il cuore a mangiarli, però qualcuno doveva pur farlo!
Tradizione.
Sempre per la gioia dei bambini (probabilmente per evitare di instillare in loro la paura della morte e del distacco, per imparare ad apprezzare le piccole cose) c'era una tradizione: si comprava uno o più giocattoli per ogni bambino e/o cioccolatini, si nascondevano da qualche parte in casa e si diceva ai bambini che i cari defunti avevano fatto una visita, avevano portato dei regali per loro e che dovevano trovarli. Caccia al tesoro.
Questo mi riporta alla mente l'originalità dirompente di mia madre: il bottino era sempre nel comodino della nonna, nel ripiano più alto. Ti piace vincere facile? Ponci ponci po po po!
E c'erano dei dettagli che mi puzzavano di presa per i fondelli: mia madre mi portava in dei negozi di casalinghi, o pseudo centri commerciali, e mi diceva di scegliere un giocattolo (anche se si intrometteva nella scelta con i suoi immancabili commenti, suppongo perché quello che mi piaceva di più era sempre la cosa più costosa, quindi mi manovrava abilmente verso scelte più economiche; mai dire la scomoda verità a una bambina, era la regola). Durante l'acquisto mi diceva che quel giocattolo me lo regalavano i morti. Poteva essere una cosa inquietante da dire ad una bambina, per me era semplicemente strano che queste entità senza nome mi regalassero un giocattolo scadente con i soldi di mamma e mi chiedevo se avessero pochi soldi come lei o se fosse un'altra delle storie che mi raccontava.
Tornando a parlare in generale, la festa dei morti era davvero una festa, una giornata per ricordare chi non c'è più, non per essere tristi ma per ricordare che in qualche maniera non li abbiamo persi.
A volte credere alle storie è meglio che non credere a nulla.
E ridatemi il mio pupo di zuccaro, non voglio le vostre maschere.
Tornando a parlare in generale, la festa dei morti era davvero una festa, una giornata per ricordare chi non c'è più, non per essere tristi ma per ricordare che in qualche maniera non li abbiamo persi.
A volte credere alle storie è meglio che non credere a nulla.
E ridatemi il mio pupo di zuccaro, non voglio le vostre maschere.