E' stata una settimana un po' po' di me*** e la cosa non accenna a finire, indi per cui mi sono distratta con una saga fantasy. Mica posso oziare tutto il mio tempo libero giocando solo a Ruzzle e facendomi fare la corte da sconosciuti con almeno il doppio dei miei anni, che a farlo di proposito non ne avrei visti nemmeno col telescopio... o forse si dice "fare amicizia"? Okay, lasciamo perdere.
In realtà ho sfogliato il primo libro per caso, storcendo il naso, poi mi sono ritrovata a spendere sempre più soldi e tempo (e pazienza) nella saga. Forse dovrei ammettere che sono di facile ossessione per i libri ^^
Negli ultimi giorni mi ha tenuto compagnia il quinto, City of lost souls (in inglese il titolo fa più figo, macchevelodicoaffà) e adesso, per alleggerire i toni (o meglio, per evitare che mi lasci andare a turpiloqui poco degni riguardo queste settimane) metterò il mondo a conoscenza dei miei deliri su questo libro, dopo qualche bella citazione in ordine non cronologico. Maledetti post it che non si appiccicano!
E comunque no, l'autrice di questo post non è al momento ubriaca (o forse sì? Mumble, mumble...)
Era solo un ricordo, confuso e distorto: l'immagine di una persona docile, ubbidiente, incapace di comprendere che l'amore dato senza libero arbitrio o sincerità non era affatto amore.
Era stupido sperare. Ma a volte la speranza è l'unica cosa che hai.
Camille: Ciò che sei troppo giovane per capire è che tutti nascondiamo qualcosa. Lo nascondiamo a chi amiamo perché vogliamo mostrare soltanto il meglio di noi, ma anche perché, se si tratta di vero amore, ci aspettiamo semplicemente di essere capiti senza bisogno di chiederlo. In un rapporto sincero, di quelli che durano nel tempo, esiste una tacita comunione.
«Dobbiamo continuare ad ascoltare questa lagna?» chiese Isabelle, con un piede infilato nello stivale che tamburellava sul cruscotto del furgone di Jordan.
«Per tua informazione, ragazza mia, a me questa lagna piace. E dato che sono io a guidare, sono anche io a scegliere» replicò Magnus, altezzoso.
Voglio ammettere una cosa leggermente imbarazzante (o forse solo "inusuale"): a me quel dialogo ha fatto ridere parecchio. Perché? Perché nella mia testa irrimediabilmente, è stato rievocato il ricordo di una puntata di Supernatural, uno scambio di battute indimenticabile (anche perché mi capita di dirla, in situazioni analoghe). Sam si lamenta del rock ascoltato nella macchina di Dean e lui risponde:
Chi guida sceglie la musica e il saputello se ne resta zitto.
Ah, se non l'ho mai detto, adoro Dean Winchester ;)
E adesso si delira seriamente.
*Attenzione: seguono spoiler, linguaggio inappropriato, linguaggio da fangirl, acidità non controllata*
Jace: il suo livello di sfiga supera persino il mio. E questo è tutto dire! Cara signora Clare, che diavolo ti ha fatto Jace per meritarsi tutte queste sfighe? Che c'è, ti ricorda il primo ragazzo che ti ha spezzato il cuore? Insomma, che caz**, cinque libri e tutte le sfighe più brutte dell'universo capitano tutte a lui. Allora dimmi la verità: nelle vene di Jace non scorre sangue di angelo ma sfiga nera, altissima purissima.
Ma il mio piccolo cuore di lettrice si è rivoltato maggiormente su altri dettagli...
Vaffanculo gli stereotipi, vaffa! Ammetto che mi piace leggere libri a lieto fine, ma se non avesse rimesso insieme Jace e Clary me ne sarei fatta una ragione. Amara, con difficoltà, ma lo avrei accettato (ma per questo, in fondo c'è sempre tempo e lei ne sarebbe capace); e poi Clary mi è sempre stata un poco sopra i gabbasisi. Quello che non accetto è che la signora Clare mi abbia fatto mollare Alec e Magnus. NO, NO E NO! I miei sentimenti da fangirl sono molto offesi, Alec e Magnus sono intoccabili, stop! Stanno tanto bene insieme, incasinati e strani, sono così carini insieme... Senti, Clare, parliamoci chiaro da stronza professionista a stronza part-time: sei stata una crudele stronza e se non rimedi darò fuoco alle mie copie dei tuoi libri, ecco.
Rientro in me e per rimediare mi butto su una lettura seria: Il rosso e il nero, di Stendhal.
Ossequi! ^^